Totonomine
Ministero Economia: Amato in pole, ipotesi Visco
di Andrea Tempestini @antempestini La poltrona più importante resta quella di via XX Settembre, snodo cruciale nella trattativa per la formazione del governo guidato da Enrico Letta e scranno più chiacchierato nell'irrefrenabile toto-ministri. Diversi i nomi in campo. Il più quotato pare essere quello di Giuliano Amato. Il dottor Sottile, però, è stato già silurato due volte: bocciato sia per la presidenza del Consiglio sia per quella della Repubblica. La sua candidatura per il dicastero chiave, insomma, potrebbe tramontare. Per lui spinge Giorgio Napolitano, non è inviso a Silvio Berlusconi ma è visto come il fumo negli occhi da Lega Nord, Sel e Movimento 5 Stelle. Certo, tutti nomi fuori dalla teorica maggioranza. Ma in quell'ottica di "governo di servizio" proposta da Letta l'obiettivo è quello di prendere scelte il più possibile condivise dall'arco parlamentare. E Amato sarebbe tutto, ma non condiviso. Berlusconi vuole Brunetta Leggi l'approfondimento Sorpresa Visco? - Nella mattinata di venerdì 26 aprile Napolitano ha ricevuto al Quirinale il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. La notizia del colloquio è stata diffusa dal Colle stesso. Visco è un nome di compromesso: ai tempi della corsa alla successione di Mario Draghi alla guida di Bankitalia la spuntò all'ultimo, un po' a sorpresa. Non ha particolari "nemici", se non la Lega Nord, che non lo avrebbe voluto alla guida di Palazzo Koch. Certo, sarebbe di fatto un "tecnico", e Silvio Berlusconi, in questo governo molto "politico", di tecnici non ne vorrebbe. A suo favore, però, depone la linea moderatamente anti-rigore. Una posizione che ben si sposa con le istanze berlusconiane e con le priorità programmatiche snocciolate da Letta (allentare i vincoli imposti da Germania ed Unione Europea). I tecnici - Quella di Visco potrebbe essere la carta a sorpresa nel caso (non così probabile) che a via XX Settembre venga "spedito" un tecnico. Gli altri nomi non politici sul piatto sono quelli di Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Bankitalia (bruciato proprio da Visco nella corsa per la presidenza del novembre 2011). Sul suo conto pende però il veto di Berlusconi: è un tecnico, ed è un po' troppo "montiano". In lizza anche Pier Carlo Padoan, capo economista e vicedirettore generale dell'Ocse, e anche il vice direttore generale di Palazzo Koch, Salvatore Rossi (le cui quotazioni sono però sempre state basse). E Brunetta... - Ci sarebbe poi il capitolo relativo a Renato Brunetta. L'ex ministro della Pubblica amministrazione è il nome su cui punta Berlusconi (senza considerare che il Cav ritiene se stesso la pedina più adatta a guidare via XX Settembre). Una nomina improbabile, non tanto perché Berlusconi non sia convinto della scelta, ma perché quello di Brunetta è un nome troppo di rottura in un'ottica d'intesa con il Pdl. La strategia del Cav è quella di puntare su di lui per poi avere margini di trattativa più ampi. Brunetta - che già nel 1994 fu vicino al ministero - da par suo è stuzzicato dall'idea di insediarsi in quello che, di fatto, resta il ministero chiave della nascente legislatura.