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Inchiesta petrolio: Descalzi, Basilicata è casa, priorità ambiente e salute (3)

(AdnKronos) - Tutti i dati e gli studi che abbiamo condotto, rileva l'ad di Eni, "ci spingono a rassicurare sulla sicurezza delle nostre attività, emissioni incluse". Tra l’altro, nello scrupoloso rispetto della privacy, "abbiamo affidato a esperti esterni una vasta ricerca medica basata sull’esame del quadro clinico e di laboratorio dei dipendenti Eni che hanno lavorato in un arco temporale di 16 anni (1998-2015), anche in forma occasionale, presso lo stabilimento e gli uffici del Cova, e di quelli che lavorano esclusivamente sulle aree pozzo. Anche in questo caso tutti i risultati, sono a disposizione di chi voglia consultarli, e, allo stesso modo, tutti gli studi epidemiologici condotti anche da istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, ci dicono una cosa ben precisa: da quando esistono il Centro Olio e le attività sulle aree pozzo, non si sono assolutamente verificate patologie neoplastiche connesse ai fattori di rischio cancerogeno riconducibili all’impianto". Nelle prossime settimane e mesi, rileva Descalzi, "continueremo a raccontare il nostro lavoro, nella massima trasparenza, in tutte le sedi e con ogni strumento a disposizione, perché siamo convinti della correttezza di quello che facciamo". Proprio per andare fino in fondo a questa vicenda, "chiederemo un incidente probatorio tecnico in contraddittorio con la Procura, che consenta di verificare sia la conformità dell’impianto alle best practice internazionali, sia il rispetto della normativa italiana". "Non vogliamo ombre sull’operato e le attività di un’azienda che è un simbolo dell’ingegno italiano nel mondo e che da decenni crea valore in decine di Paesi, rispettando ambiente e salute senza compromessi", conclude Descalzi.