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Divorzio da Youtube: quanti soldi ha perso la Rai

Alessandra Menzani

A maggio del 2014 l'allora direttore generale della Rai Luigi Gubitosi decise il divorzio di Viale Mazzini con Youtube. La Rai  voleva cambiare le modalità e il sistema di inserzioni pubblicitarie, YouTube rifiutò le condizioni e gli oltre 400.000 video di repertorio della Rai furono rimossi dalla piattaforma.  Oggi si fanno due calcoli. Rockol.it ricostruisce la vicenda. Secondo quanto denunciato dall'attuale segretario alla commissione di vigilanza della Rai Michele Anzaldi, da allora la tv pubblica avrebbe perso oltre un milione di euro e nulla sarebbe stato fatto per renderla più aperta nei confronti delle possibilità offerte dal web. "Il servizio pubblico ha rimosso tutti i video che si trovavano sulla piattaforma, ritenendo svantaggioso concedere a YouTube la commercializzazione dei suoi contenuti e puntando a vendere direttamente la pubblicità sui filmati. Una scelta controversa: sullo strumento online più usato per la visualizzazione di filmati, il motore di ricerca di YouTube che fa parte della piattaforma Google, la Rai non c’è".   Secondo Anzaldi la tv pubblica dovrebbe rendere i suoi contenuti disponibili a quanta più gente possibile, anche attraverso il web (e anche perché ormai il canone lo si paga comunque, anche senza possedere un televisore). Anzaldi denuncia poi l'allontanamento di un pubblico giovane che preferisce affidarsi alla ricerca sul web. Il divorzio della Rai da Youtube sicuramente non ha giovato.