Alta tensione

La Cina "chiude" la Borsa. Panico e crolli sui mercati: Piazza Affari, caduta libera

Andrea Tempestini

Una nuova giornata di passione in Borsa. Ancora una volta a trascinare verso pesantissimi ribassi tutta Europa è la Cina, dove le contrattazioni sono state interrotte per tutta la giornata per eccesso di ribasso. Gli indici, infatti, sono crollati più del 7 per cento. Si tratta del secondo tonfo in settimana, quest'ultimo determinato in primis dalla decisione della Banca centrale cinese di svalutare ancora lo Yuan nei confronti del dollaro dello 0,51 per cento. Contribuiscono al trend ribassista anche il basso prezzo del petrolio e le tensioni internazionali. Lo scenario di inizio anno è drammatico, e le tensioni si traducono sui listini del Vecchio Continente: a Piazza Affari, in apertura, l'indice Ftse Mib crollava del 3,21%, il Ftse All Share invece del 2,98 per cento. Nei successivi minuti, gli indici hanno leggermente limato le perdite. Crolli verticali anche in tutto il resto d'Europa, dove in apertura Parigi perdeva il 3% (poi limato al 2,15%), Francoforte il 2,7% e Londra il 2 per cento. In uno scenario da panico, inoltre, gli analisti indicano come le ultime minacce della Corea del Nord, con la presunta esplosione di una bomba a idrogeno, hanno avuto un impatto negativo sui mercati.