Non c'è crisi per il "nero"

Economia, l'Italia 'sommersa' non conosce crisi

Sebastiano Solano

  C'è un settore dell'economia che non conosce crisi: il sommerso. A cui si aggiungono le attività illegali come corruzione e criminalità organizzata, non conteggiate nelle cifre ufficiali dell'Istat. Le cifre sono impressionanti, tanto più se considerate nel complesso. Ovviamente, sono solo delle stime, che danno però l'idea di un fenomeno o, meglio, di una serie di fenomeni che pesano sul bilancio dello Stato come una zavorra. Un sacco di mattoni che, anche e soprattutto per la negligenza delle classi dirigenti che si sono succedute, ci portiamo dietro ormai da decenni. Il Sole 24 Ore, lo scorso lunedì 11 Febbraio, ha analizzato dati e cifre (del 2012) nel dettaglio, ossia con riferimento ai singoli settori economici: lavoro, evasione, corruzione, criminalità organizzata, frodi comunitarie e così via, dando conto della percentuale di Pil drenata al bilancio pubblico e confrontandoli con gli anni precedenti. Lavoro - Durante i controlli che hanno interessato 244 mila aziende, sono risultati irregolari circa 300 mila lavoratori, di cui un terzo totalmente in nero. Una piaga che interessa il 12,2% dei lavoratori e  registra picchi preoccupanti al Sud, soprattutto in Calabria, dove la percentuale schizza al 31%. L'Agricoltura è il settore maggiormente colpito con circa un quarto degli occupati risultati irregolari. Specie al Sud, molti di questi sono immigrati, spesso irregolari. In totale, gli immigrati in Italia sono circa 4,8 milioni, 326 mila gli irregolari. Ipotizzando un reddito medio mensile di quest'ultimi pari a 452 euro, essi producono una ricchezza di 1,8 miliardi di euro.  Welfare - Dal lavoro al welfare, un'altra attività illegale di drenaggio di risorse pubbliche è quella della fruizione indebita delle prestazioni sociali: nel 2012 sono state denunciate oltre 3500 persone che hanno percepito, senza averne diritto, 6,4 milioni di euro. Le più 'gettonate' sono però le truffe all'Inps, a cui sono stati sottratti tra il 2011 e il 2012 circa 177 milioni di euro. A queste bisogna aggiungere le frodi comunitarie che in dieci anni, dal 2003 al 2012, sono state quasi 4500 tra frodi e irregolarità, per un bottino di oltre un miliardo di euro, con Campania, Calabria e Puglia in testa. Evasione - C'è poi il capitolo evasione, vera spada di Damocle sulla testa dei cittadini, la cui manifestazione più evidente e la mancata emissione degli scontrini fiscali. Non ci sono, al proposito, stime ufficiali. Si può dire però che durante i controlli della Guardia di Finanza, mediamente, ha rilevato in un terzo dei casi irregolarità o omissioni nel rilascio degli scontrini. Al sud, manco a dirlo, la media si avvicina al 50%. Ad ogni modo, secondo una stima del Sole 24 Ore l'evasione così considerata si aggira attorno ai 120 miliardi di euro. In Italia. Perché c'è pure la cosiddetta evasione internazionale: aziende formalmente con sede all'estero ma in realtà operanti in Italia, triangolazioni off-shore, movimenti illeciti di capitali. Solo l'anno scorso, in seguito ai controlli, sono stati sequestrati 17,1 miliardi di euro. Edilizia e affitti - L'abusivismo edilizio dal 2003 al 2011 ci è costato 18,3 miliardi di euro. Un fenomeno, maggiormente diffuso al sud, che aumenta in prossimità dei condoni edilizi ma che è rimasto più o meno stabile negli ultimi trent'anni. Negli stessi anni, secondo il rapporto Ecomafia, solo l'11% degli edifici abusivi è stato abbattuto. L'altra faccia dell'abusivismo edilizio e quello degli affitti in nero. Su 30 milioni di abitazioni in capo a persone fisiche, 2,7 milioni risultano affittate. Ma secondo i dati, opportunamente incrociati, qualcosa non torna: mancherebbero all'appello 500 mila famiglie, un bacino potenziale di nero, a cui avnno aggiunti gli affitti di breve durata (a studenti universitari, case vacanze, lavoratori precari etc.). Corruzione - Secondo Transaprency International, siamo al 69° posto al mondo per grado din corruzione percepita. Ogni punto in meno in questo particolare indice, corrisponde ad -16% di investimenti esteri. Ai costi diretti, vanno aggiunti quelli indiretti della mancata crescita, tra il 25 e il 40%, delle imprese. I risarcimenti per corruzione, nel 2012, sono stati 2,8 miliardi. Criminalità organizzata, gioco illegale e contraffazione - Pur essendo complesso fare una stima precisa, secondo il rapporto Sos impresa della Confesercenti il giro d'affari delle mafie si aggira sui 140 miliardi di euro. Secondo la Banca d'Italia, invece, la cifra rappresenterebbe l'11% del Pil, ossia, ai valori attuali, 220 miliardi di euro. Comunque una cifra monstre che causano seri danni economici e sociali come, per esempio, minore competitività delle imprese, difficoltà di accesso al credito bancario e aumento dei costi delle opere pubbliche. Le imprese, tra l'altro, devono fare i conti con un'altra piaga che va ad inficiare la loro competitività: la contraffazione, che secondo il Censis rappresenta un giro d'affare di 7 miliardi di euro. Solo l'anno scorso sono stati sequestrati 105 milioni di prodotti. Come il mercato della contraffazione, anche quello dei giochi è spesso, anche se non sempre, in mano alle mafie. E non potrebbe essere altrimenti, vista la mole di denaro che smuove: 80 miliardi di euro. Rispetto al 2011, lo Stato ha incassato, nel 2012, 800 milioni di euro in meno. Tutte le cifre su evidenziate, ovviamente, sono ricavate per via indiretta: o per stime approssimative o, molto più spesso, sulla base di sequestri, controlli, accertamenti e così via. E' evidente, per esempio, che la cifra di 2,8 miliardi con riferimento alla corruzione non è quella realmente esistente, ma quella effettivamente accertata. Stesso discorso si può fare per tutti gli altri settori considerati.