L'inchiesta

Popolari, l'affare prima del decreto... L'ultimo scandalo su De Benedetti

Eliana Giusto

Il dossier è della Guardia di Finanza ed è a disposizione della Procura di Roma. L'informativa, una trentina di pagine, riguarda i movimenti in Borsa sui titoli di quattro banche popolari realizzati dalla Romed, cassaforte finanziaria di Carlo De Benedetti. L'inchiesta, riporta il Giornale, è all'inizio ma potrebbe essere davvero una bomba finanziaria. Ci sarebbe infatti una lunga serie di operazioni sospette e la sintesi delle conversazioni telefoniche tra l'Ingegnere e i suoi trader della Romed che riguardano la movimentazioni di titoli delle popolari per 5-6 milioni di euro e una realizzata plusvalenza di 600mila euro. Facciamo un passo indietro. Il governo Renzi alla fine del 2014 intende mettere mano all'assetto delle Banche Popolari. Il 20 gennaio il governo decide che 10 banche popolari (di cui sette quotate) devono trasformarsi in società per azioni, come tutte le altre. Notizia diffusa a mercati chiusi. Anche se, già il giorno prima, l'agenzia di stampa Reuters aveva anticipato il decreto. Qualcuno aveva parlato? Tant'è. Una settimana prima le dieci popolari erano volate (Banco Popolare +21%, Ubi 15, Popolare dell'Emilia 24, Popolare di Milano 21 e Popolare dell' +65%). Il presidente della Consob Giuseppe Vegas riferisce in Parlamento che in quel momento ci sarebbero 10 milioni di euro in plusvalenze su operazioni popolari. A questo punto la Procura di Roma apre un fascicolo. Il finanziere Davide Serra, fondatore dei fondi Algebris viene convocato in Consob. Nega di aver fatto operazioni a ridosso del decreto ma si sa che Serra è molto vicino a Palazzo Chigi, in particolare alla consulente per le banche ed ex Morgan Stanley, Carlotta de Franceschi. La Consob scopre poi che uno degli intermediari più attivi è la Romed, il "gioiello" finanziario di De Benedetti. Romed compra e vende titoli in Borsa e all'inizio del 2015, scopre la Consob, lavora molto sui quelli di quattro popolari. Il decreto del governo ancora non c' è ma lui dice di essere stato informato, tra gli altri, anche da ambienti vicini a Bankitalia. Millantato credito? Forse. Il risultato è la plusvalenza di 600mila euro. A inizio febbraio De Benedetti lascia a sorpresa la presidenza della Romed (unica società che si era tenuto dopo aver lasciato le altre ai figli) con "decorrenza immediata". Spiega in consiglio che il cambio di residenza da Dogliani alla Svizzera avrebbe reso complicata la gestione. L'inchiesta, intanto, prosegue. La Procura ha chiesto una rogatoria internazionale sul suo cellulare svizzero per avere maggiori dettagli su quelle settimane.