Fondi che sembrano azioni

Piazza Affari è la regina degli Etf, ecco come sceglierli

Alessandra Menzani

Un tempo considerati prodotti per investitori piuttosto avanzati, gli exchange traded products stanno conquistando i cuori dei risparmiatori italiani. A dirlo sono i numeri diffusi da Borsa italiana secondo cui sul listino ETFPlus, quello dove vengono scambiati sia gli exchange traded products che - da gennaio - i fondi comuni di investimento, ogni giorno del 2015 mediamente si sono realizzati 20.040 contratti, rendendo Piazza Affari il primo mercato per importanza dal 2005. «Siamo molto soddisfatti della continua crescita del mercato ETFplus, che ha registrato un vero boom di scambi con contratti in crescita del 76%», ha detto a Libero, Silvia Bosoni, responsabile dell' EtfPlus a Piazza Affari. Del resto l'amore degli italiani per questi strumenti è presto spiegato. Offrono la diversificazione di un fondo unita alla redditività di un titolo azionario. «Un ibrido tra azioni e fondi comuni, gli etf sono strumenti finanziari che investono in un basket diversificato di azioni o obbligazioni che sono quotati in continuo in Borsa», spiega Gabriele Roghi, responsabile gestioni patrimoniali di Invest Banca. «Questo genere di strumenti garantisce un' ampia diversificazione», continua Roghi, «perché, acquistando un solo Etp, implicitamente si è investito in molti titoli sottostanti e si ha la possibilità di creare un' asset allocation anche molto sofisticata. In questo momento ne consiglierei una di questo tipo: 50% di obbligazionario suddiviso tra 30% bond governativi di Paesi sviluppati (Ishares euro govt bond 5-7yr ucits Etf), 10% corporate bond (Ishares global corporate bond ucits Etf) e 10% bond governativi di Paesi emergenti (spdr barcl em mkts local bond ucits Etf). Per il resto, scommetterei sull' azionario, diviso tra 20% Europa (Ishares euro stoxx 50 ucits Etf (dist) e Lyxor ucits etf stx europe sel divid 30), 15% Usa, 10% globale e 5% Paesi emergenti (spdr s&p emerg mkts dividend ucits Etf). Con un' offerta così ampia, dunque, può quindi essere difficile scegliere il prodotto migliore. «All' interno del settore degli Etf e degli Etp, sulla base dei riscontri che stiamo raccogliendo dalla nostra clientela», spiega Antonio Sidoti, direttore vendite per l' Italia di WisdomTree Europe, «sembrerebbe da un lato che la propensione al rischio azionario stia tornando, ma dall' altro che un numero crescente di investitori vorrebbe avere un approccio più conservativo facendo affidamento su strumenti come il dividendo. Molti stanno iniziando a posizionarsi per un rimbalzo della Cina e sull' impatto positivo che questo dovrebbe avere su tutta l' Asia. Un' altra area che sta raccogliendo consensi», continua l' esperto, «sembrerebbe essere proprio l' eurozona. La domanda interna ha svolto un ruolo sempre più importante nella ripresa di tutta l' area e la fiducia si sta dimostrando la chiave per lo sviluppo economico. In termini di investimento guardare alle small cap può essere un' opportunità interessante dato che queste società sono tipicamente guidate dalla domanda interna». Ma con gli Etf si può investire non soltanto in azioni o obbligazioni ma anche in materie prime, di solito molto gradite agli amanti di questi strumenti. «Dopo cinque anni di performance dei prezzi continuamente negative, potremmo aspettarci che numerose commodity, dal rame al platino, fino al granoturco e anche allo zucchero, vadano incontro a un deficit delle forniture, condizione che favorirà il ricorso alle scorte che si sono accumulate nel tempo», sottolinea Massimo Siano, responsabile del Sud Europa per Etf Securities. «Per quanto riguarda l' oro, un ruolo fondamentale continuerà ad essere esercitato dalla Fed e dalla sua eventuale decisione di un rinvio del rialzo dei tassi: una situazione positiva per il suo prezzo. Se la storia dovesse essere una guida per il futuro, potremmo assistere a un aumento dei prezzi del granoturco, del cacao e dello zucchero, mentre quelli del caffè, della soia e del gas naturale americano potrebbero diminuire. Sul fronte dell' energia», continua Siano, «ci aspettiamo che il petrolio rimanga in una condizione di surplus almeno fino alla metà del prossimo anno. È probabile che l' apprezzamento del dollaro freni gli aumenti nei prezzi delle commodity nell' ultima parte dell' anno». Senza considerare lo scandalo Volkswagen che ha inciso positivamente sulle vendite del palladio, elemento largamente presente nei catalizzatori delle automobili a benzina. «Gli investitori temevano una reazione dei consumatori contro i catalizzatori diesel in seguito allo scandalo, che avrebbe potuto favorire il palladio», spiega. «Così è stato: le solide vendite nel mercato automobilistico americano hanno permesso a questo elemento di invertire il suo trend negativo». di Gianluca Baldini