Il paradosso

Pensioni, la maledizione del 1953 nate lo stesso giorno ma in pensione a trent'anni di distanza

Lucia Esposito

Nate lo stesso anno, il 1953, ma con destini lavorativi, anzi pensionistici completamente diverse. In pensione con trent'anni di differenza. Questa sorte potrebbe toccare a due donna nate nel 1953 che, con il rinvio delle modifiche alla Legge Fornero sulla flessibilità, potrebbero lasciare il lavoro con una differenza di età di trent'anni. Il rinvio, come spiega Il Messaggero,  farà scattare l' aumento dell' età di vecchiaia delle donne, che salirà nel 2016 da 63 e 9 mesi a 65 e 7 mesi. L' ulteriore aumento previsto per il 2018 penalizzerà soprattutto le donne nate nel 1953  che rischiano di dover aspettare il 2020 per andare in pensione. In pratica potrà succedere che due compagne di banco nate entrambe nel 1953 ma con scelte di vita diverse si trovino di fronte a percorsi di pensionamento molto differenti. Il quotidiano romano prende in considerazione due donne: una che abbia cominciato a lavorare nel pubblico impiego dopo il diploma conseguito nel 1975 e che sia andata in pensione dopo 14 anni sei mesi e un giorno di contributi (possibile fino al 1992 per le donne sposate con figli), quindi a fine 1989 a 36 anni. L'esempio - L'altra donna, magari sua compagna di classe, ha scelto di proseguire gli studi. Si è laureata e ha cominciato a lavorare nel 1978 nel settore privato. Questa signora, oggi 62enne, dovrà aspettare per uscire dal lavoro il 2020 quando avrà 67 anni di età. Quest'ultima signora, quindi, avrà lavorato quasi 27 anni più della prima e andrà andrà in pensione trent'anni più tardi.