Quotazione il 27 ottobre

Poste Italiane sbarca in Borsa: a chi conviene comprare a chi no

Matteo Legnani

L'offerta è scattata oggi e si concluderà il 22 ottobre. Poi, il 27, ci sarà l'esordio a Piazza Affari. Poste Italiane sbarca in Borsa. I risparmiatori potranno prenotare presso gli uffici postali, in banca o tramite le altre reti di vendita autorizzate un lotto minimo di 500 azioni, uno intermedio di 2mila azioni o uno maggiorato di 5mila. Premio fedeltà - l prezzo effettivo di ogni azione (comunque stimato tra i 6 e i 7,5 euro l'una) si saprà solo a fine offerta, in base anche a come andranno le richieste da parte degli investitori istituzionali. Ma comunque, il piccolo risparmiatore che acquisti il minimo di 500 azioni deve poter disporre di un capitale da investire di almeno 3.750 euro. E' previsto un premio fedeltà (bonus share) per chi tenga le azioni almeno 12 mesi dal momento dell'acquisto: 1 azione regalata ogni 20 acquistate (5%). Per esempio, chi ne ha acquistate 500 ne avrà 25 in più. Quanto si guadagna - Poste Italiane ha dichiarato che per i prossimi due anni (2016 e 2017), l'80% dell'utile netto consolidato del gruppo andrà in dividendi. In base alle prime stime, si ipotizza un dividendo per azione di 0,35 euro l'anno, che si traduce in un guadagno lordo di 175 euro per chi abbia acquistato il "pacchetto" da 500 azioni (129 euro netti, visto che i guadagni saranno tassati con una aliquota del 26% e non del 12,5% che è invece applicato a titoli di Stato e buoni postali). A chi conviene a chi no - Le azioni di Poste Italiane possono interessare ai risparmiatori alla ricerca di titoli che non siano già sopravvalutati dal mercato e che abbiano una maggiore stabilità rispetto alla media delle azioni quotate a Piazza Affari. Posso essere interessanti anche per chi è alla ricerca di un investimento di medio e lungo termine (3-5 anni) con un buon dividendo annuo (tra il 4 e il 5%). Non sono invece appetibili per chi non abbbia un orizzonte temporale di almeno 12 mesi. Questi investitori infatti, nel caso dovessero rivendere i titoli prima dei 12 mesi, non incasserebbero alcun dividendo nè la bonus share,m esponenddosi così all'andamento dei mercati e correndo il rischio di vendere in perdita.