L'intercettazione

Squinzi, perché il Sole mi attacca?

Lucia Esposito

  Dopo alcune settimane di latitanza oggi tornano sui quotidiani le intercettazioni. Nell’inchiesta di Siena sul Monte dei Paschi gli inquirenti non ne hanno fatto uso, a differenze dei colleghi lombardi che ieri hanno arrestato il numero uno, anzi ex, di Finmeccanica: Giuseppe Orsi. Ma a finire intercettato nella rete è un altro big dell’industria italiana.  È  il 24 novembre 2012 e Orsi chiama Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, per lamentarsi degli articoli comparsi sul Sole  24 Ore. Orsi: «Allora ascolta, io volevo dirti una cosa, non l’ho fatto prima (...)  In tutti questi giorni, però oggi mi sembra che abbia superato il limite, cioè il giornale che mi attacca di più è Il Sole (…). Ho veramente fatto fatica e non te ne avevo voluto parlare». Squinzi: «No, oddio, per la verità io, forse sono un po’ distratto, ma non me ne sono accorto», risponde Squinzi lasciando intendere di non essere un gran lettore del quotidiano salmonato. Orsi: «Guarda, se tu leggi… E tra l’altro oggi mi dà ancora più fastidio, oltre, non attacca tanto me quanto la società e finisce dicendo “la barca affonda”. Allora io penso -  continua il manager -  ai miei settantamila dipendenti che leggono sul Sole un’affermazione del genere, quando è proprio sta andando tutto al rovescio». Squinzi: «Comunque interveniamo subito, eh».  Orsi fa il nome del giornalista i cui articoli lo infastidiscono, Gianni Dragoni, tra i più grandi esperti del settore, colpevolizzandolo di scrivere in tutti i pezzi a fianco del suo nome la parola indagato. Squinzi cerca di rassicurarlo: «Sai con quei giornalisti… coi giornalisti è sempre un problema, non gli puoi dire niente (…) Però intervengo sul direttore, glielo dico».  Non sappiamo se sia intervenuto. Certo nelle settimane successive non risulta alcun cambio di linea del quotidiano, tanto meno del giornalista. Per gli investigatori, però, gli esiti non contano. Pesa secondo l’accusa «la volontà di montare una campagna di stampa “retribuita e compiacente”. Anche facendo riferimento a questa attitudine nei confronti della stampa, il gip ritiene che Orsi «disponga di mezzi materiali e umani per creare uno schermo di credibilità al suo operato con lo scopo di non rendere esternamente credibili gli elementi di accusa che si temono acquisiti e ancor di più quelli che potrebbero essere ancora portati all’attenzione dell’autorità giudiziaria».  Ad uscire a pezzi dalle intercettazioni è anche il concetto di governance e di rispetto della Legge 231 sulla responsabilità d’azienda. Queste intercettazioni non sono inedite, già pubblicate lo scorso ottobre dalla stampa, ma vale la pena di riportarle. A chiacchierare sono Orsi e l’ex presidente della Corte d’Appello di Venezia Manuela Romei Pasetti, il cui nome è finito ieri nell’ordinanza d’arresto del numero uno di Finmeccanica. Orsi: «Abbiamo fatto il consiglio e hanno approvato la tua nomina alla 231». Manuela: «Bene, son contenta». In altra parte delle conversazioni si capisce che il progetto potrebbe essere quello di un ingresso più importante dell’ex magistrato in azienda: ed è quello di diventare consigliere indipendente di Finmeccanica.     «Consiglieri indipendenti che discutono del proprio futuro ruolo con l’amministratore delegato», commentava Nicola Porro sul Giornale. Questo non avviene ma l’incarico sulla 231 viene confermato. Il concetto di indipendenza è tutto relativo. cla. ant.