Dopo la bocciatura della Consulta

Pensioni, lo Stato non vuole restituire i soldi. Ecco come

Nicoletta Orlandi Posti

Il governo Renzi deve trovare fra gli 11 e i 13 miliardi per riparare alla bocciatura della Corte costituzionale del decreto sulle pensioni di dicembre 2011 che congelò gli scatti su tutte le pensioni dai 1450 euro in su in modo da ridurre il deficit, rendere il debito più sostenibile, garantire la continuità degli impegni dello Stato con l'Europa. E proprio dall'Europa, secondo quanto si legge su Repubblica, potrebbe venire la soluzione che Matteo Renzi sta cercando per non restituire quei soldi ai pensionati: chiedere un rinvio del caso alla Corte di giustizia europea, per chiarire se la sentenza della Consulta italiana sia coerente con gli impegni di bilancio firmati a Bruxelles. Il nuovo Patto di stabilità, il "Six Pack" e il "Two Pack", spiega Federico Fubini, sono inclusi nel Trattato, dunque hanno rango costituzionale e il diritto europeo fa premio su quello nazionale. Il governo italiano potrebbe chiedere alla Corte di Lussemburgo se la sentenza dei giudici di Roma sia compatibile con essi. Se Renzi decidesse di prendere questa strada sarebbe la prima volta: non è mai successo infatti, spiega Repubblica, che un premier si rivolga alla giustizia europea contro la sua stessa Corte costituzionale. Altra strada sarebbe quella di attenuare e circoscrivere, per ora, l'impatto dei rimborsi richiesti. In passato la Corte aveva indicato che un blocco temporaneo degli adeguamenti all'inflazione delle pensioni almeno otto volte sopra il minimo (da circa 4.000 euro in avanti) non viola Costituzione. Per gli assegni più alti è verosimile che per ora non scatti alcun pagamento, ma i risparmi sarebbero poca cosa rispetto all'ammanco di bilancio aperto dalla sentenza.