Lo scenario

Grecia, che cosa succede se esce dall'euro

Lucia Esposito

L’uscita della Grecia dall’euro torna a essere possibile. Anzi, molto concreta. L’ex potentissimo presidente della Fed, Alan Greesnpan, suona la campana a morto per la Grecia nell’Eurozoana: "È solo una questione di tempo prima che tutti realizzino che l’uscita (di Atene dall’euro) sia la migliore strategia". "È una crisi e non credo che sarà risolta facilmente, infatti non vedo come si possa superare senza che la Grecia lasci l’Eurozona", ha detto alla Bcc. "Non vedo come possa aiutare (la Grecia) restare nell’Euro e non vedo come certamente questo possa aiutare il resto dell’Eurozona", ha concluso. E così tutta l’Europa (ma anche l’America) si domanda che cosa succederebbe se questo accadesse. Chi ci guadagna? Chi invece ci perde?  Come spiega Federico Rampini su Repubblica, ci sono due teorie al riguardo. Una è quella tedesca secondo cui la Grecia è una “zavorra” e, se dovesse uscire, l’euro sarà più leggero. La seconda teoria è quella che si basa sul precedente . L’uscita della Grecia, secondo questa teoria, dimostra che dalla moneta unica si può uscire e questo apre la speranza anche alla Spagna e alla Italia “e di conseguenza – scrive Rampini - i mercati esigono dai titoli del debito pubblico italiano o spagnolo rendimenti più alti per proteggersi dal rischio”. Le conseguenze - Per quanto riguarda invece le conseguenze per la Grecia, ci sono quelli che sostengono che tornando alla dracma, il Paese mediterraneo potrà svalutare la moneta a suo piacimento e quindici sarà una ripresa economica con la ripresa dell’export, del turismo etc.  Insomma, da una parte ci sono i tedeschi sicuri di poter affrontare l’uscita della Grecia, anzi che per la moneta unica sia quasi una panacea. Dall’altra parte ci sono i greci attratti dall’idea di un ritorno a un passato lontano dalla crisi con la moneta unica. “L' istituto economico Ifo, importante centro studi tedesco, sostiene che alla Germania conviene lasciare che Tspiras se ne vada dall' euro. Anche calcolando – scrive Rampini - le perdite per le banche tedesche creditrici, alla fine Berlino risparmierebbe. I tedeschi in caso di Grexit ci rimetterebbero 75,8 miliardi, sì, ma salvare la Grecia in queste condizioni gliene costerebbe 77,1”. La Fondazione Bruegel di Bruxelles, e la Ieseg School of Management di Lilla, propendono per la tesi opposta: Grexit sarebbe un disastro per tutti.  Gli scenari Rampini si lancia in alcuni scenari: il primo è quello che Tsipras rompe con l’Europa, esce dall’Unione. Tutti gli stipendi vengono convertiti in dracma aprendo una serie di problemi e grandi incertezzi con “corsa agli sportelli, a cui il governo reagisce con blocco dei conti correnti e divieto di esportare capitali (i ricchi e i politici li hanno già esportati…). La dracma viene poi svalutata in modo poderoso, per esempio del 50%. La conseguenza è che si scatena una forte inflazione e diminuisce il potere di acquisto delle famiglie. La Grecia sarebbe tagliata fuori per qualche anno dai prestiti internazionali, come accadde all' Argentina dopo il default. Le banche greche isolate dal mondo rischiano di fallire: un' opzione è nazionalizzarle a spese del contribuente. Il saldo finale è incerto. Il caso Italia Questo è uno scenario che si potrebbe applicare anche all’Italia ma con una variante, spiega Rampini, L Italia, al contrario, è la seconda potenza manifatturiera europea dietro la Germania. Sotto questo aspetto un' uscita dell' Italia e un ritorno alla lira ha più senso di Grexit. Tutti gli altri costi - svalutazione dei risparmi, iperinflazione, rischi sistemici per le banche - restano validi per l' Italia. Certo è che con l’uscita della Grecia dall’Unione Europea, i riflettori si sposterebbero sull’Italia e la Spagna. “Gli investitori chiederebbero un risarcimento anticipato, per proteggersi, prima di comprare Btp italiani: con enorme aggravio del debito pubblico. L' austerity, in quel caso, non farebbe che cominciare”