Il caso

Case, ecco le città in cui il prezzo delle case è crollato

michele deroma

In questi ultimi tempi, il valore delle case è crollato: la discesa a picco dei prezzi è dovuta alla crisi economica, ma non solo. A Milano, Roma e Napoli, per esempio, si vivono situazioni particolari, in cui in alcuni quartieri il valore delle strutture è fortemente svalutato per la presenza, nelle vicinanze, di case popolari, di campi rom o di rifiuti urbani. In un'inchiesta realizzata da Il Giornale, città per città viene indicato cosa rende meno appetibili per il mercato le case.  Milano - Nel capoluogo lombardo, per esempio, nonostante le compravendite siano cresciute del 3,4% rispetto al 2013, ci sono quartieri tagliati fuori da questo incremento. Sono quelli vicini alle case popolari, o caratterizzati da un'alta concentrazione di stranieri, in cui la domanda crolla, e gli appartamenti acquistati 15 anni fa sono ora fortemente svalutati. Intorno a piazzale Loreto, un appartamento di 145 metri quadrati da ristrutturare, nel 2007 costava 340 mila euro, mentre ora il prezzo è di 262 mila: un crollo del 23%. La zona è caratterizzata dall'odore del kebab e da un ambiente fortemente multietnico, tanto che i residenti stanno raccogliendo firme contro l'apertura di una moschea, proprio in questa zona. Antonio Piccolo, consulente di Assoedilizia, spiega: "I potenziali acquirenti fanno molta più attenzione, si informano sulla nazionalità degli acquirenti, se sono stranieri chiedono se questi abbiano un lavoro stabile. Temono di doversi accollare da soli le spese di condominio". I prezzi delle case sono calati dell'11% nell'area sud-ovest della città, caratterizzata dalle case popolari e dagli scontri tra residenti, abusivi e forze dell'ordine: fino al 10%, invece, il calo dei prezzi nel quartiere di Corvetto, dove si spaccia la droga in cantine e appartamenti occupati. Roma - Anche a Roma c'è un'enorme differenza tra le zone della città: in centro si pagano ancora dieci mila euro al metro quadrato per comprare una casa, mentre in altri quartieri della capitale, come Tor Sapienza, Torrevecchia o Ponte Mammolo, i prezzi sono fortemente calati, fino al 14%. Tor Sapienza, per esempio, è un quartiere in enorme difficoltà: l'area è diventata meta privilegiata per le organizzazioni dedite al controllo della prostituzione, in più ci sono due campi nomadi e gli scontri di piazza sono ormai frequenti. Tra il primo semestre 2013 e lo stesso periodo di quest'anno, il calo dei prezzi delle abitazioni si attesta al 6%: nella vicina Tor Cervara, gli immobili sono svalutati addirittura del 13%, tanto che il mercato in questa zona è completamente fermo. Anche a Torrevecchia, nella zona nord-ovest della capitale, le case sono in forte svalutazione: colpa dei rifiuti tossici di via Lombroso, mentre nel quartiere di Tiburtino, con un residence occupato da circa 150 famiglie, gli affitti delle abitazioni sono crollati di circa il 7%. A Ponte Mammolo, tra capanne di cartone e quattordicenni dedite alla prostituzione, la svalutazione delle case ha superato il 7%, mentre gli affitti per le abitazioni di seconda fascia sono crollati addirittura del 14%. E secondo gli esperti, il 2015 non sarà l'anno della ripresa. Napoli - A Scampia, Poggioreale, Pianura, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli, sono presenti dieci campi rom: la gente è stremata e le tensioni sono alte. Si tratta di un vero muro contro muro, e Luca Russo, di "Remax immobiliari uniti", ritiene che "se si vuole vendere una casa che si trova vicino ad un campo rom, bisogna incoraggiare i possibili acquirenti scontando il prezzo del 40-50 per cento". In questi quartieri si vive tra discariche a cielo aperto, roghi di rifiuti e grossi problemi di sicurezza: Angelo Pisani, presidente di Scampia, ha affermato che "esiste il rischio di contrarre gravi malattie: i cittadini sono costretti a lasciare le finestre sempre chiuse, e questo succede anche a scuola". Le case possono costare anche 525 euro al metro quadrato: un altro dramma, a Napoli, è quello dei senzatetto e delle occupazioni abusive, con un appartamento occupato illegalmente che si svaluta intorno al 40 per cento. Sono oltre cinque mila gli occupanti abusivi in attesa di sanatoria: le case di Palazzo San Giacomo, gestite da Napoli Servizi (una partecipata del comune) sono 63.500, di cui oltre due mila occupate da abusivi e altre 10 mila da cittadini in attesa di sanatoria. Intanto ci sono 430 case sfitte: 210 a Ponticelli e 200 a Scampia. Ma il comune non aggiorna le graduatorie, mentre nelle case hanno trovato un tetto sicuro i centri sociali.