Silvio alla Cnn: la crisi c'è

Albina Perri

 La crisi economica è «grave, profonda, anche estesa nel tempo». Ma per «gran parte» ha una causa «psicologica». Per questo, «i governi devono tutti cercare di diffondere sentimenti positivi», di «fiducia e ottimismo». Lo dice Silvio Berlusconi, in un'intervista rilasciata sabato alla Cnn, di cui un'ampia sintesi è andata in onda questa mattina e il cui testo integrale, che sarà pubblicato sul sito del network televisivo, è stato diffuso da Palazzo Chigi. Berlusconi dice di non aver mai considerato la crisi «poco importante», ma di essersi sempre sforzato di infondere fiducia nella gente; ora riconosce che «la paura c'è ancora», ma ritiene che, «ad esempio in Italia, sia dovuta ai media e soprattutto alla sinistra, che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo e del catastrofismo. Questo è contro l'interesse del Paese, contro l'interesse di tutti noi, anche contro il loro interesse. Ma purtroppo continuano a comportarsi così». La paura è il nemico da battere, secondo Berlusconi, perchè «frena anche persone, famiglie, che non hanno motivo di soffrire per la crisi, nella propensione ai consumi e nel loro stile di vita». Il presidente del Consiglio fa alla Cnn l'esempio «illuminante» dei 3,5 milioni di impiegati pubblici italiani. «Non rischiano di perdere il posto di lavoro», hanno avuto quest'anno un aumento del 3,6%, «un'entrata maggiore, anche se limitata»; «il loro potere di acquisto è aumentato, perchè sono diminuiti i prezzi in generale (solo per la diminuzione del prezzo del petrolio, dice il premier, "una famiglia di tre, quattro persone ha minori spese per gas, luce, benzina di circa 2.000-2.500 euro"). Insomma, dice Berlusconi, «nessun timore di perdere il posto, più soldi, più potere d'acquisto di questi soldi. Quindi, nessuna motivazione a cambiare le proprie decisioni di acquisto». Ma da un'indagine di cui riferisce il premier il 76% di loro ha deciso di non cambiare l'auto anche se l'avrebbero voluto «per la paura della scrisi». «Questo dimostra, credo senza dubbio - conclude Berlusconi - che il fattore psicologico è importante, sia per la profondità della crisi sia per la sua estensione nel tempo»..