economia
Pmi: Confindustria Padova, fiducia nelle banche ai minimi (2)
(AdnKronos) - Proprio il rapporto con le banche è il più calloso tendine d'Achille: nessuno dei piccoli e medi imprenditori intervistati dichiara di affidarsi all'istituto di fiducia per prendere le decisioni strategiche. La decisione è in capo ai soci (95,5%), mentre il parere più ascoltato è quello del responsabile finanziario (53,1%). Sono le scorie di un rapporto banca-impresa particolarmente teso negli anni della crisi, ma soprattutto di un deficit di trasparenza reciproco: su tempi, pricing e rating da parte delle banche; su completezza delle informazioni da parte delle Pmi. Un deficit cristallizzato nell'opinione che i piccoli e medi imprenditori hanno sul peso dei fattori che, nel giudizio delle banche, determinano il merito di credito: valutazione del bilancio aziendale (60,4%), analisi andamentale (30,1%), analisi qualitativa (9,5%). Più o meno il contrario del peso reale. È questo in sintesi il comportamento finanziario delle Pmi del Veneto rilevato attraverso le interviste in profondità a un panel di 44 aziende manifatturiere con oltre 15 addetti, nell'ambito del "Cantiere d'innovazione", il progetto avviato dalla Regione del Veneto, attraverso Veneto Lavoro, in partnership con Confindustria Padova e Veneto Sviluppo per sperimentare nuove politiche attive per la reindustrializzazione e la tenuta occupazionale, riconoscere sul nascere i sintomi di crisi e prevenirle, stimolare il cambiamento organizzativo delle imprese, la riconversione e il re-start. Il prossimo passo del 'cantiere', da realizzare entro maggio 2015, sarà un modello sperimentale di "formazione-azione" nelle PMI del Veneto che acceleri l'evoluzione e l'equilibrio finanziario e un più ampio ricorso a fonti alternative al credito bancario, attraverso figure professionali interne o anche temporary manager in grado di apportare competenze finanziarie. (segue)