Legge di stabilità

La manovra fantasma mai arrivata al Quirinale

Matteo Legnani

La "annuncite" deve essere contagiosa, almeno per chi sta o lavora a stretto contatto con chi ne è affetto. E il contagio deve essersi già compiuto tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il suo ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, uomo peraltro solitamente prudente. Il quale Padoan, domenica pomeriggio a "In mezz'ora" da Lucia Annunziata si era invece lasciato andare a uno slancio di ottimismo annunciando che la Legge di Stabilità (quella prrovata mercoledì della scorsa settimana dal Consiglio dei ministri) sarebbe stata portata al Quirinale il mattino successivo, cioè lunedì mattina, per la firma. Cosa che, a ventiquatt'ore dalla scadenza fissata da Padoan, non si è ancora realizzata. E pensare che la manovra, per legge, avrebbe dovuto approdare alle Camere entro il 15 ottobre, ovvero ormai quasi una settimana fa. Come scrive Il Fatto quotidiano, il Tesoro aveva annunciato all'ufficio legislativo del Colle che la Legge di Stabilità gli sarebbe stata trasmessa entro le ore 18, nella versione definitiva "bollinata" dalla Ragioneria di Stato. Cosa che non è avvenuta. D'altra parte, di particolari da mettere a posto paiono essercene ancora non pochi. Come scrive ancora Il Fatto, il principale consulente economico di Renzi, Yoram Gutgeld, ha aumentato non di poco la portata della detassazione triennale per i neoassunti a tempo indeterminato: 8.060 euro a contratto anzichè 6.200, con un aumento della spesa che passerebbe a quasi sette miliardi di euro rispetto ai tre inseriti nelle bozze della manovra e ai cinque dell'ipotetico stanziamento finale. Insomma, la "quadra" non pare esattamente vicina...