Lo scenario

Gran Bretagna, Telegraph: "L'euro scomparirà tra 5 anni"

Ignazio Stagno

Archiviate le europee l'euroscetticismo pare sia andato in vacanza. Il vento della Le Pen e quello dell'Ukp di Farage hanno comunque mosso le acque del fronte no-euro ma numeri alla mano a Strasburgo gli euroscettici rischiano di essere poco incisivi. Il tema dell'uscita dall'Euro da parte di alcuni stati dell'unione monetari pare sia finito in soffitta. Ma dall'Inghilaterra arriva una profezia dalle colonne del Telegraph a firma di A.E. Pritchard che annuncia un futuro nero per l'Unione e soprattutto per la moneta unica. Pritchard si è soffermato sulla situazione difficile di paesi come l’Italia e il resto del Sud Europa, sostenendo che l’impennata della disoccupazione giovanile al 46% e il crollo del pil nominale (-20% dall’inizio della crisi) sarebbero conseguenza del fallimento delle politiche della UE. Pritchard non si spiega perché la BCE non stia adempiendo al suo dovere nel perseguire l’obiettivo di un’inflazione vicina al 2%, permettendo al contrario che alcuni paesi come l’Italia restino a ridosso di un’inflazione zero. La ricetta dell'inflazione - E chiarisce con qualche cifra il disastro di questa scelta, dal suo punto di vista: ogni punto di inflazione in meno comporta la certezza matematica per l’Italia di dovere migliorare i conti pubblici dell’1,3% del pil. Se l’Italia avesse un’inflazione al 2%, anziché quasi dello 0%, avrebbe un rapporto tra debito e pil più basso del 2,6% all’anno. Poi Pritchard racconta un retroscena del 2012 che riguarda Mario Draghi e la Germania. "Il funzionario gli avrebbe ricordato che nella Bce nulla si muove senza il consenso della Germania, e quindi Draghi disse e fece esattamente ciò che la Merkel gli permise di dire e di fare", racconta Pitchard. La profezia - A questo punto arriva la profezia: "La Germania non accetterà mai politiche inflazionistiche, mentre il Sud Europa è attraversato da un’imponente crescita di partiti anti-euro (vedi Marine Le Pen in Francia), che chiedono che i cittadini dei loro paesi smettano di patire le sofferenze imposte da Bruxelles, uscendo dall’Eurozona. In alternativa tali paesi potrebbero coordinarsi per evitare di uscire dall’Area Euro, cambiando l’impostazione delle politiche europee. In questo caso, però, a sbattere la porta sarebbe la Germania, che non rimarrebbe un secondo in più nell’Eurozona. Il guaio, - secondo Pritchard  -, è che queste divergenze non potranno mai essere ricomposte. La crisi nel Sud Europa continuerà e si aggraverà e per le nuove generazioni ci sarà un futuro terribile ad attenderle. Il rischio più grande, conclude, è che l’euro possa sopravvivere ancora altri 5 anni".