Economia
Natale: Ascom Torino, vendite in calo del 7-8% rispetto al 2011
Torino, 28 dic. - (Adnkronos) - Un'economia ancora in forte sofferenza e il peso di tasse e spese fisse, che hanno quasi totalmente assorbito le tredicesime delle famiglie, fanno mediamente registrare anche a Torino almeno un 7-8% in meno nelle vendite rispetto al gia' difficile Natale 2011 Lo rileva l'indagine condotta da l'Ascom di Torino su un panel delle diverse associazioni di categoria che segnala per il capoluogo piemontese il quinto Natale di crisi. In linea con il Natale 2011 o in crescita, alcuni settori quali l' alimentare (+ 4/5 per cento) e l' hi-tech (fino a + 15%), in forte calo soprattutto l'abbigliamento (fino a meno 12% ) mentre tengono in media i livelli dell'anno scorso la ristorazione e solo in parte i giocattoli e gli articoli musicali. Tuttavia, non e' stata neppure quest'anno 'de'bacle' a tutto campo. I torinesi in generale non hanno, infatti, rinunciato in toto al rito degli acquisti natalizi anche se si sono pero' mossi con una sempre maggiore attenzione e parsimoniosa oculatezza, andando alla ricerca soprattutto del regalo utile, necessario e immediatamente fruibile piuttosto che del regalo sfizioso, superfluo o stravagante. "Anche quest'anno le spese natalizie dei torinesi si sono mosse, nel complesso, con grande attenzione e oculatezza, ma ancora una volta la tradizione del regalo natalizio e' stata tutto sommato rispettata, sia pure con esiti di spesa nel complesso inferiori a fronte del Natale 2011", commenta la presidente di Ascom, Maria Luisa Coppa. "Ora - prosegue - archiviate le feste di fine anno, i prossimi mesi dovranno consegnarci segnali forti da parte del mondo politico e, in proposito, ai vari schieramenti che a breve si cimenteranno in campagna elettorale chiediamo fin da subito di esprimersi con molta chiarezza sugli intendimenti da adottare per dare risposte concrete alla crisi occupazionale, economica e dei consumi ancora in atto. Fatti non parole e attenzione vera a quelli che sono i reali problemi della gente e del mondo imprenditoriale, per ricostruire quel clima di fiducia generalizzata e le condizioni piu' idonee per avviare un discorso di ripresa che ancora risulta difficile poter ipotizzare", conclude. (Segue)