Brutte sorprese
Lo spread cala ma i risparmi non finiranno nel taglia-tasse
Il calo dello spread, unico successo che Monti può presentare dopo tredici mesi di governo (ma che va attribuito più correttamente al muro anti-speculatori innalzato a luglio dalla Bce), non si tradurrà in un calo della pressione fiscale. Le maggiori entrate legate ai risparmi provocati dal ribasso del differenziale tra Btp e Bund non andranno infatti al «Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale». Lo prevede espressamente un emendamento al ddl Stabilità approvato ieri dalla commissione Bilancio del Senato, nel quale viene indicato che i risparmi da spesa per interessi debbano «più appropriatamente, andare a vantaggio dei saldi di finanza pubblica». Il provvedimento prevede che nemmeno i recuperi di contributi previdenziali finiscano nel fondo «taglia-tasse».