Europa amara

Per aiutare le banche della Merkell'Italia deve pagare 8 miliardiagli istituti in crisi di Atene

Ignazio Stagno

  Non è questione di pelo nell’uovo né di indifferenza di fronte ai guai del vicino. È la crudeltà delle cifre a parlare e ciò che dice riflette un detto antico e brutale: mors tua vita mea. La domanda che vogliamo fare si può girare così: non è che per risuscitare la Grecia saremo noi a tirare le cuoia? Ieri l’Eurogruppo ha salvato ancora una volta la pelle alla Grecia e tutti si sono detti soddisfatti dell’accordo raggiunto. Atene ha ora due anni in più di tempo per i suoi primi obiettivi di bilancio, risparmierà parecchio in conto interessi e otterrà lo sblocco dei 43,7 miliardi di aiuti tenuti in ostaggio dal Fondo di stabilità, dai Paesi della moneta unica e dal Fondo monetario.Tutto questo avrà ovviamente un costo. Mentre per gli Stati forti, Germania in testa, si tratta di un sacrificio sopportabile - eppure sono proprio i tedeschi ad essere apostrofati come i tirchi d’Europa -, i Paesi come l’Italia se lo possono permettere? Per la Spagna la risposta è semplice: se lo deve poter permettere, visto che Bruxelles si appresta a staccare un assegno per le sue banche di oltre 30 miliardi. Ma Roma, pure lei in brache di tela, ai fondi salva-Stati non ha, ancora, chiesto un centesimo: deve onorare la sua fetta di aiuti con le sue forze. E le sue forze, come ogni italiano sa bene, sono allo stremo. Ieri il premier Mario Monti ha persino messo in dubbio la sostenibilità del nostro sistema sanitario. Per fare quadrare i conti degli ospedali, basterà la mannaia del commissario Bondi, l’apertura dei gioielli pubblici ai privati o saranno necessarie nuove tasse?, spiega Antonio Spampinato su Libero di mercoledì 28 novembre. L'Italia ha già dato ben 10 miliardi di euro per aiutare i paesi in difficoltà. Quest'anno il costo di questo aiuto arriverà a toccare complessivamente quota 30 miliardi.    Continua a leggere l'articolo di Antonio Spampinato su Libero di mercoledì 28 novembre