Disoccupazione
L'allarme della Bce: dal 2008 persi 4 milioni di posti di lavoro
Tra l’inizio della crisi economica e finanziaria nel 2008 e il primo trimestre del 2012 il numero di posti di lavoro nell’area dell’euro si è ridotto di oltre 4 milioni di unità. L’occupazione, infatti, è diminuita del 2,8% rispetto al livello massimo del primo trimestre del 2008. L'ultimo allarme è contenuto nel bollettino mensile della Banca centrale europea. Dal primo trimestre del 2008 al primo trimestre del 2010, rileva l'Istituto di Francoforte, il tasso di occupazione è sceso di 1,7 punti percentuali, al 64,2%. La riduzione dei posti di lavoro “ha interessato prevalentemente i settori manifatturiero e delle costruzioni”. L’adeguamento dell’occupazione nelle costruzioni è stato particolarmente significativo in Estonia, Irlanda e Spagna, riflettendo in parte una correzione del precedente boom degli immobili residenziali. Anche a causa del forte calo occupazionale nei settori manifatturiero e delle costruzioni, “i lavoratori più giovani e quelli meno qualificati hanno risentito maggiormente della crisi, in particolare questi ultimi”. I lavoratori più giovani, sottolinea la Bce, “sono stati particolarmente colpiti dalla crisi. Va notato, per contro, che durante la crisi i livelli occupazionali dei lavoratori più anziani (55-64 anni) sono chiaramente aumentati. Questo miglioramento delle condizioni nel mercato del lavoro per i più anziani potrebbe essere il risultato delle numerose riforme adottate recentemente in diversi paesi, in particolare quelle pensionistiche che mirano a favorire la permanenza dei lavoratori più anziani nel mondo del lavoro”. Titoli di Stato Nel dare l'annuncio Francoforte ricorda poi che il piano anti-spread ha allontanato i timori di "scenari nefasti". E sui titoli di Stato di Italia e Spagna evidenzia che si sono registrate "riduzioni significative" dei differenziali di rendimento degli spread rispetto ai Bund della Germania: cali superiori ai 100 punti base nel mese scorso. Poi arriva un'esortazione ai governi dei singoli stati dell'Eurozona. Per aumentare la competitività occorrono "riforme incisive dei mercati del lavoro e dei beni e servizi". La Bce registra i "progressi rimarchevoli nella correzione del costo del lavoro" e dell’andamento delle partite correnti.