Retromarcia del governo

Il Pil calerà del 2,4% Anche Monti certifica il fallimonti

Eliana Giusto

E adesso è il governo Monti a certificare il fallimento della sua politica del rigore. Il premier infatti ha rivisto al ribasso le stime di crescita. Colpa del "peggioramento dello scenario internazionale, in particolare della zona euro" se nel 2012 è prevista una contrazione del Pil del 2,4% e nel 2013 la crescita "dovrebbe essere leggermente negativa". L’anno prossimo, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, "a causa dell’effetto di trascinamento del calo registrato nel corso del 2012, è previsto una contrazione dello 0,2%".  Patrimonio delle Stato - Ma alla luce di questi dati, assicura Monti alla presentazione del Def che ha avuto il via libera dal Consiglio dei ministri, "il cardine della nostra politica di risanamento dei conti pubblici rimane invariato". L'obiettivo del pareggio strutturale nel 2013 resta "un’ancora di politica di bilancio, è l'aspetto che è stato apprezzato a livello europeo", spiega il Professore. Che ribadisce: bisogna essere fiduciosi perché "la luce della ripresa, per non riprendere immagini abusate, si vede". Per ridurre il debito il governo ha anche intenzione di dismettere il suo patrimonio (immobili e partecipazioni pubbliche) i cui proventi ammontano a circa un punto percentuale di Pil all’anno.Spending review e Iva - "Non lavoriamo per l’aumento delle tasse e delle imposte ma per ottenere riduzioni della spesa pubblica, con la spending review, per evitare in particolare l’aumento di due punti dell’Iva già previsto per ottobre e che avrebbe avuto un effetto depressivo per l'economia, con effetti perversi in quanto misura fiscale regressiva". Quindi, fermi restando gli equilibri di bilancio, "lavoriamo perché l’Iva non aumenti e abbiamo fieno in cascina perché non aumenti sino al 30 giugno. Io lavoro perchè questo diventi sine die".