Fiat-Opel, Berlino ora apre
Missione Opel. Dopo l’affareChrysler l’ad di Fiat Sergio Marchionne si trova ora a Berlino per cercare direalizzare un nuovo matrimonio: quello appunto con la Opel. Che, spera ilnumero uno del Lingotto, possa avvenire entro fine maggio. “Dal punto di vistaindustriale e ingegneristico, è un matrimonio perfetto”, ha sottolineatoMarchionne, in un'intervista al Financial Times. L’amministratore delegatodella casa automobilistica torinese si augura - scrive il quotidiano - di“completare l'operazione entro la fine di maggio e quotare le azioni dellanuova società, provvisoriamente chiamata Fiat/Opel, entro la fine dell'estate”.Il piano presentato da Marchionne è piaciuto al governo tedesco, che"accoglie favorevolmente ogni possibile" investitore interessato allaOpel, "senza decisioni predefinite". Lo ha detto Ulrich Wilhelm,portavoce della cancelliera Angela Merkel. Analoga la posizione spressa dalministro dell'Economia, zu Guttenberg, "molto aperto a qualsiasipotenziale investitore" e alla ricerca di una strategia di lungo termineper Opel. Secondo quanto riferito dal ministro, Fiat vuole comprare Opelsenza indebitamento: "Il piano presentato - ha concluso Guttenberg - èinteressante". Un avvertimento preciso è stato avanzato dal ministro degliEsteri e vice cancelliere, Frank-Walter Steinmeier: "Tutti gli impiantiOpel in Germania devono essere mantenuti e chi punta ad acquistare l'aziendadeve anche specificare il luogo della sede della nuova società". Per ilministro degli Esteri, inoltre, il nuovo proprietario di Opel dovrà ancheassicurare il futuro dei fornitori di componenti della società, riferiscel'agenzia Bloomberg. Missione Opel - Marchionne stamattina si èrecato nella capitale tedesca per presentare “il piano per trasformare il panoramaautomobilistico globale attraverso - prosegue il Financial Times - lo spin offdi Fiat Group Automobiles, e la sua unione cpn Chrysler e General MotorsEurope”. La nuova società avrebbe un fatturato di circa 80 miliardi di euro evendite per 6-7 milioni di auto all'anno, divenendo così la seconda casaautomobilistica al mondo dopo Toyota. Ma se l’operazione Chrysler è stata agevolata anche dall’aperta‘sponsorizzazione’ del presidente degli Stati Uniti Barack Obama quella conOpel, dicono gli addetti ai lavori, sarà più complicata. E mentre il governotedesco sta definendo le condizioni di vendita per i potenziali acquirenti diOpel, sindacati e dipendenti sembrano più ostili verso il gruppo italiano che,dicono, per diventare partner di maggioranza della società simbolodell'industria automobilistica tedesca, ha preparato un'offerta inferiore a 750milioni di euro, e "vuole mettere al sicuro la rischiosa acquisizionedella Chrysler con i miliardi dei contribuenti tedeschi". "L'amara esperienzadimostra che queste due società non contribuiscono niente l'unaall'altra", ha detto al quotidiano Tagesspiegel il responsabile delpotente sindacato Ig Metall di Francoforte e membro del consiglio disorveglianza di Opel, Armin Schild. A insidiare la Fiat c'é però Magna, ilgruppo austro- canadese che il 28 aprile scorso ha incontrato zu Guttembergpresentandogli quella che il ministro ha definito una "prima interessatebozza di piano". E che, secondo indiscrezioni di stampa, assieme alcostruttore russo Gaz e alla banca russa Sberbank, sarebbe disposto a investirenell'operazione Opel cinque miliardi di euro. “Adesso dobbiamo concentrarci sullaOpel: sono loro i nostri partner ideali”, aveva detto Marchionne solo duegiorni fa. Opel "sarebbe per noi una straordinaria opportunità, sarebberoi nostri partner ideali, nascerebbe un gruppo molto forte", ha ribaditoMontezemolo in un'intervista al Corriere della Sera. In pratica,se le nozze andassero in porto, si verrebbe a creare una società incui confluiscono da un lato Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Fiat Professional, Abarthe, ora, anche Chrysler e dall'altro Opel (la quota General Motors Europecomprende infatti solo la casa tedesca). Intanto,. I ministri dell'Economia,Karl-Theodor zu Guttenberg, e il titolare degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier- scrive la stampa tedesca - dicendosi equidistanti dai vari candidati allenozze con Opel, avrebbero fissato una serie di paletti, primo fra tutti quellorelativo alla sopravvivenza nel lungo periodo degli stabilimenti Opel inEuropa. Affermando che "il governo federale si accinge ai colloqui inmaniera del tutto aperta: decisivo è che le imprese si accordino", ZuGuttenberg ha anche detto che lo Stato non vuole acquistare azioni Opel. Il Lingotto vola in Borsa– Vola Fiat in Piazza Affari. Nella giornata dell'avvio ufficiale delletrattative su Opel il titolo della casa torinese ha chiuso una sedutadi forti acquisti in rialzo dell'8,05% a 8,12 euro, riagguantando lasoglia degli 8 euro che non vedeva dallo scorso ottobre. Boom discambi: sono passate di mano oltre 80 milioni di azioni, pari al 7,3%del capitale, contro i circa 63 milioni della media giornalieradell'ultimo mese di contrattazioni.