Allarme da via Nazionale
Bankitalia stoppa vampiro Monti"Troppe tasse uccidono crescita"
Banca d'Italia lancia l'allarme sulle tasse: il governatore Ignazio Visco, alle sue prime Considerazioni finali, parla di una "pressione fiscale a livelli ormai non compatibili con una crescita sostenuta". Il numero uno di via Nazionale riconosce che il governo Monti ha operato correttamente nell’affrontare la crisi. E che bene ha fatto l'esecutivo a "mettere il bilancio pubblico su una dinamica sostenibile e credibile". Ma avverte pure che l’inasprimento dei tributi "non può che essere temporaneo". Una volta messi a posto i conti, la "sfida si sposta" e deve dirigersi verso un "necessario ridimensionamento del peso fiscale" che passa per un ampliamento dei margini di recupero dell’evasione, ma soprattutto per il taglio della spesa improduttiva e le riforme strutturali. Una minaccia è pure lo spread a livelli elevati (intorno a quota 450 quello coi bund tedeschi in questi giorni). Spread che non è solo "una fonte di rischio per la stabilità finanziaria", ma anche "un ostacolo alla crescita" e pesano negativamente sul Pil per l'1% annuo. Il numero uno dell’istituto di via Nazionale spiega "i differenziali attuali di rendimento dei titoli pubblici alimentano ulteriori squilibri, determinando una redistribuzione di risorse dai paesi in difficoltà a quelli percepiti più solidi; impediscono il corretto operare della politica monetaria unica; sono fonte di rischio per la stabilità finanziaria, un ostacolo alla crescita". Poi un'analisi delle prospettive del 2012, che per l’Italia "non potrà che essere un anno di recessione": il Pil registrerà una contrazione di circa l’1,5%, la ripresa arriverà solo a fine anno e nel 2013 ci si avvicinerà al pareggio di bilancio strutturale. E un monito alle banche: "L’attuale livello del costo del lavoro è difficilmente compatibile con le prospettive di crescita del sistema bancario italiano. Anche le remunerazioni degli amministratori e dell’alta dirigenza devono essere indirizzate all’obiettivo del contenimento dei costi". Le banche italiane devono intervenire anche sulla rete delle filiali e sul numero dei componenti dei cda che nei primi 10 gruppi vede 1136 cariche.