Huntsman si gioca il tutto per tutto in New Hampshire
Alle primarie del New Hampshire di martedì 10 Mitt Romney potrebbe sigillare la sua posizione di leader, dopo aver già vinto il meno scontato caucus in Iowa. L'ultimo sondaggio WMUR condotto dalla Università dello stato nord-orientale vede Romney guidare con il 41% (dal 46% del 2 gennaio). Ron Paul è sempre secondo, ma il suo calo nell'ultima settimana è stato ancora più ampio, dal 23% al 17%. Sia Rick Santorum, ottimo secondo in Iowa, sia Jon Huntsman, finora l'oggetto misterioso della competizione, sono invece cresciuti all'11%, e nutrono la speranza di sorpassare Paul: Santorum per conquistare lo status di alternativa conservativa a Mitt, Huntsman per iniziare la sua campagna. L'elettorato del New Hampshire è molto particolare, non solo per la tradizione libertaria che è riflessa nel motto “Vivi libero o muori”, ma anche per il fatto che alle primarie dei due partiti possono partecipare tutti i cittadini a prescindere dalla affiliazione registrata. Ciò spiega perché Huntsman, con la sua carriera trasversale, abbia puntato tutte le sue speranze di emergere dal gruppo proprio in questo Stato. Vi ha tenuto 162 eventi, presentandosi con un curriculum fatto di due ingredienti: spirito conservatore e pratica bipartisan di servitore dello Stato prima che di uomo di partito. Nato nel 1960 in una famiglia di imprenditori, sposato e padre di 7 figli, Huntsman ha lavorato alla Casa Bianca di Ronald Reagan e ha fatto il funzionario junior al ministero del Commercio per Bush il Vecchio, prima di essere nominato ambasciatore a Singapore dal 1992 al 1993. Poi è stato vice ministro del Commercio con l'Estero per George W. Bush, responsabile americano per i negoziati sugli scambi globali a Doha e in Qatar nel 2001, e supervisore Usa dell'accesso di Cina e Taiwan nell'Organizzazione Mondiale del Commercio. Diventato Ceo della Huntsman Corporation fondata da suo padre, è stato eletto governatore nello Utah nel 2004, e poi rieletto con il 78% dei voti nel 2008. Nell'agosto del 2009 ha accettato l'offerta di Obama di fare l'ambasciatore in Cina, posto da cui si è dimesso nel gennaio 2011, quando ha deciso di correre da presidente. Il New Hampshire dirà se un repubblicano che ha definito un presidente democratico “grande leader” quando è partito per Pechino per lavorare per lui, può essere l'uomo che sfiderà a novembre il suo ex capo. I bookmakers, e tutti i commentatori di destra, gli danno l'1% di chance di vincere la nomination. Ma questa gara è una miniera di sorprese, e il New Hampshire è uno stato che ama sovvertire i pronostici. di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi