La lista di disturbo a destra che ruberà voti ai Repubblicani
Alla fine una lista di “disturbo” a destra, che porterà via voti allo sfidante Repubblicano di Obama, ci sarà sicuramente. Il dubbio è solo chi sarà il candidato del Partito Libertario, che propugna le idee dure e pure dei profeti senza se e senza ma della libertà degli individui, e ha il destino segnato di essere una formazione ultraminoritaria, con peso minore dei radicali italiani. Ufficiosamente i dirigenti del partito stanno ancora corteggiando Ron Paul (nella foto), il deputato texano Repubblicano che ha però detto di non essere interessato a correre con la bandiera dei Libertari. In effetti sarebbe l’uomo giusto al posto giusto, perché durante i dibattiti in Tv tra gli otto candidati del Gop ogni sua posizione è in perfetta adesione alla filosofia libertaria: dall’isolazionismo in politica estera al federalismo assoluto, dalla riduzione del peso del governo federale con l’abolizione di vari ministeri fino alla chiusura della Banca Centrale. Dopo che le prime primarie l’avranno convinto che non ce la può fare, magari Paul ci ripenserà, sognano i Libertari. Se così succederà, data la popolarità relativa ma non da “zero virgola” di Paul nell’elettorato repubblicano, il GOP può dare addio alle speranze di battere Obama in una gara che sarà da fotofinish. Ma Paul pare maturo abbastanza da non provocare il bis di Barack con la quota dei suoi fedelissimi sottratti a Romney o a chi per lui. I Libertari stanno così lavorando ai piani B e C, due nomi dal profilo personale diversissimo, anche se entrambi ex governatori. Il primo è Gary Johnson, che è il misterioso “nono” candidato ufficiale del GOP. Anche se lo conoscono solo in New Hampshire, che è lo Stato dallo spirito tradizionalmente libertario dove sta conducendo una serrata campagna, Johnson è un semiclandestino per il resto del Paese, non avendo partecipato ai dibattiti televisivi. Solo nel Nuovo Messico si ricordano di lui, perché è stato governatore lì. Si sa che ha già incontrato i vertici del Libertarian Party, offrendo la disponibilità a fare il loro leader dopo la prevedibilissima uscita di scena dal GOP. “Da quello che so, qualche tempo prima delle primarie in New Hampshire Gary Johnson dirà addio al GOP e si registrerà nel nostro partito“, ha detto a Politico.com il presidente del LP Mark Hinkle. L’altro in odore di candidatura libertaria è Jesse Ventura, un popolare ex wrestler ( professionista della lotta libera – spettacolo) che usò la sua attività sportiva come trampolino per diventare governatore del Minnesota nel 1998, da indipendente iscritto al Reform Party. Farebbe volentieri il candidato vicepresidente di Ron Paul per il 2012, ha fatto sapere a Hinkle, perché ciò gli darebbe una notorietà nazionale per correre poi da aspirante presidente nel 2016. Ma se Paul non cederà alle pressioni di Hinkle, Ventura potrebbe essere la soluzione già per la più vicina tornata, in alternativa a Johnson. Nel 2008, il Partito Libertario presentò Bob Barr, ex deputato della Georgia, che raccolse 523.713 voti in 45 stati. Ora il partito libertario conta di essere presente in tutti i 50 Stati. Sull’altro fronte Ralph Nader, attivista di sinistra anti-consumista, ebbe 738.720 voti correndo come indipendente. Non ci sono, ad oggi, notizie certe su eventuali liste di disturbo a Obama per il 2012. di Glauco Maggi Twitter@glaucomaggi