L'ultima rilevazione

Donald Trump, arriva la nuova stima sulla ricchezza delle famiglie Usa: un trionfo

Glauco Maggi

Un’altra cifra tonda 'psicologica' che Trump puo’ annotare nel suo personale curriculum di amministratore delegato dell’America Corp: la ricchezza delle famiglie USA ha raggiunto, e superato, i 100 trilioni (100 mila miliardi) di dollari alla fine del primo trimestre del 2018. Per l’esattezza, la cifra e’ 100,768 trilioni e costituisce l’ennesimo record della performance economica del presidente businnessman. La ricchezza delle famiglie, calcolata dalla Federal Reserve, e’ la somma del valore degli asset posseduti dai nuclei familiari, dai titoli finanziari (come le azioni, le obbligazioni, i fondi eccetera) agli immobili, meno i debiti (come i mutui sulle case, i debiti sulle carte di credito e in genere i prestiti da restituire). Nel primo trimestre la crescita e’ stata dell’1% rispetto al quarto trimestre dell’anno scorso, un incremento dovuto alla forte rivalutazione dei prezzi degli immobili, che sono cresciuti di 489,6 miliardi e hanno piu’ che compensato il raffreddamento delle quotazioni di Borsa in gennaio-febbraio-marzo. La volatilita’ di mercato, dovuta ai timori sull’inflazione, agli annunci dei dazi all’acciaio da parte di Trump e alle prese di beneficio dopo la corsa eccezionale di Wall Street stimolata dall’esito delle elezioni del 2016, aveva fatto chiudere in negativo il trimestre agli indici maggiori, il Dow Jones e lo Standard&Poor’s. Poiche’ pero’, da aprile in poi, tutti gli indici di borsa sono tornati in positivo nel 2018, guidati dal Nasdaq che ha chiuso la settimana scorsa a + 11% dal primo gennaio, oggi gli americani sono ancora piu’ ricchi di fine marzo. Ed e’ piu’ che probabile che il prossimo rapporto della Federal Reserve sul secondo trimestre segnera’ un ulteriore avanzamento, visto che il boom delle case e’ continuato in aprile e maggio. La ricchezza alla fine del primo trimestre, secondo il rapporto della FED, e’ vicina a sette volte tanto (683%) il reddito personale disponibile. Cio’ rappresenta un lievissimo calo rispetto al 685% del quarto trimestre del 2017, ma comunque resta bene al di sopra del picco – 650% - che era stato raggiunto dall’economia americana nel 2006, l’anno che ha preceduto la Grande Recessione del 2007-2008. Oltre alla ricchezza teorica di sicurezza rappresentata dal valore delle loro case (meno i mutui in essere), le famiglie americane a fine marzo avevano un cuscino protettivo di liquidita’ prontamente disponibile pari a 9,493 trilioni di dollari in conti correnti bancari e in conti e certificati di deposito.  Glauco Maggi