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Khawatmi: "Intervenire subito con atti straordinari per evitare tragedie migranti"
Roma, 28 gen. (Labitalia) - "Bisogna intervenire attraverso atti straordinari. In caso contrario, prevedo migliaia di profughi imbarcati sulle coste libiche, con conseguenti tragedie sulle coste italiane". Lo dice, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Radwan Khawatmi, di origine siriana, da oltre 40 anni in Italia, considerato un punto di riferimento nel mondo dell’immigrazione e che ha ricevuto il riconoscimento principale di MoneyGram Award 2009, prima edizione del Premio all’imprenditoria immigrata in Italia, come miglior imprenditore straniero. "Al di là - avverte - dei gesti eroici di coloro che, nelle isole, aprono le porte di casa agli immigrati, la situazione non può andare avanti in questo modo". "Per fermare l'ondata di migranti proveniente dalle coste libiche e la tragedia delle loro morti, è necessario stringere accordi nazionali con la Libia molto forti. Non mi riferisco - avverte - agli accordi politici stretti da Berlusconi con Gheddafi. Quel tipo di accordi non ha funzionato e le richieste libiche erano sempre più pressanti. Per questo, è opportuno 'lavorare' in un quadro di accordi ben precisi con accordi vincolanti.La questione dei migranti è diventata ormai uno stato di emergenza nazionale. La situazione - sottolinea - è davvero drammatica; abbiamo tutti ben chiaro la situazione 'umana' che stanno attraversando quei migranti che cercano di venire in Italia. Assistiamo a casi di sofferenza al limite della sopportazione". "Sappiamo bene dove si imbarcano i migranti e le cose non cambieranno se l'Italia non farà un intervento incisivo, senza però subire il sabotaggio della Francia. Anche se stiamo parlando della Francia - ribadisce - che è un alleato europeo, non possiamo non vedere il suo atteggiamento che è quello di un alleato che destabilizza. L'Italia potrebbe fare come gli americani: bloccare gli aiuti ai paesi di origine dei migranti. Gli immigrati non trovano la salvezza in Italia, ma solo la disperazione e la povertà dei marciapiedi. Molte volte la loro situazione, qui in Italia, è peggiore rispetto a quella del loro paese di origine".