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ActionAid: servono 7 mld all'anno per 4 mln persone in povertà assoluta in Italia
Roma, 18 feb. (Labitalia) - E' necessario aumentare le risorse disponibili nella lotta alla povertà, in Italia, per coprire i bisogni di 4 milioni di individui in povertà assoluta. E' quanto emerge dal rapporto 'L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo - Un'agenda a 360°', giunto alla sua decima edizione, presentato oggi a Roma da ActionAid, organizzazione che lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali in tutto il mondo (oltre 45 paesi), in occasione dell’evento 'Italia - Brasile la partita decisiva. Dall’eredità dell'Expo2015 al countdown verso #Rio2016'. Secondo ActionAid, "queste risorse sono state stimate nella proposta di reddito d’inclusione sociale in circa 7 miliardi di euro l’anno a pieno regime, da stanziare in maniera stabile e duratura". Gli anni passati hanno lasciato una pesante eredità di povertà diffusa e intensa: le persone in condizione di povertà sono aumentate, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Nel rapporto, si legge come "nel 2020 la Commissione europea ha lanciato la strategia 'Europa 2020', il cui quinto obiettivo è quello di ridurre di 20 milioni il numero di persone che in Europa vivono in condizione di povertà e esclusione sociale entro il 2020". "Obiettivo - avverte - che oggi appare un miraggio: a cinque anni dal lancio della strategia, i dati sulla povertà relativa e assoluta sono aumentati. Nel 2013 più di 122,6 milioni di persone (24,5%) della popolazione residente erano a rischio povertà/esclusione sociale". Secondo i dati dell'associazione, "anche l’Italia non eccelle: nel 2013 erano 17 milioni le persone a rischio povertà/esclusione (il 28,4% della popolazione), quindi un numero superiore alla media dell’Europa a 28 Stati". La richiesta che arriva da ActionAid, dunque, è quella di introdurre in Italia il reddito di inclusione sociale come misura strutturale, accompagnata da risorse certe e adeguate, visto che solo il nostro Paese e la Grecia ne sono sprovvisti nell'Europa a 15. "Dall'analisi emerge -spiega ActionAid- come il sistema italiano non abbia funzionato perché non si sono affrontati i difetti strutturali del nostro sistema di protezione sociale. Italia e Grecia, nonostante siano paesi che hanno avuto gravi conseguenze dalla crisi, presentano sistemi di protezione del reddito molto deboli. La Grecia e l’Italia sono gli unici Paesi dell’Europa a 15 a non aver introdotto uno schema generale di reddito minimo garantito". "In particolare, le politiche come il reddito minimo -spiega ActionAid- hanno avuto storicamente un ruolo marginale nel sistema di protezione sociale italiano". Secondo ActionAid, per quanto riguarda la povertà femminile, si tratta di "un fenomeno complesso e interdipendente da altri aspetti economici e soprattutto socioculturali". "Per questo viene avanzata sempre con maggiore forza - sottolinea - la necessità di indicatori di povertà su base individuale e non familiare". Su questo aspetto, ActionAid sottolinea anche la necessità, nel far fronte alla povertà femminile, di considerare altre misure oltre quelle relative al reddito minimo garantito. "La tematica dello scarto salariale -spiega ActionAid- è infatti centrale nell’analisi della povertà di genere. Le misure di sostegno alle famiglie (denaro o servizi) hanno un impatto fondamentale sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro (queste misure includono assegni familiari, congedi parentali e paternità, servizi socioeducativi alla prima infanzia)".