Toscana

Archeologia: cimitero sotto Uffizi con 60 sepolture per peste (3)

(Adnkronos) - Si osservano infatti caratteristiche di sepoltura frettolosa, spesso senza atti di composizione del cadavere in atteggiamento rituale; sembra piuttosto che i defunti siano stati, se non proprio buttati giu', calati e sistemati di taglio, uno accanto all'altro, con il solo obiettivo di occupare meno spazio possibile. Una caratteristica peculiare di questa necropoli e' l'orientamento cranio-caudale alternato dei corpi, sempre allo scopo di guadagnare spazio. I bambini venivano in genere incastrati nei ristretti spazi liberi tra gli adulti. Esclusa l'ipotesi di un eccidio collegabile con le varie invasioni barbariche per l'assenza di traumi mortali da ferita e per l'aspetto delle giaciture (piu' fosse comuni a luogo di una sola fossa) ed esclusa la morte per fame in fase d'assedio o per malattie lungo decorso, rimane solo la possibilita' di una moria imponente e rapida, quale si verifica nel corso di un'epidemia ad alto contagio e ad evoluzione acuta e mortale, come ad esempio la peste, il colera, la dissenteria, l'influenza. Nei secoli successivi l'area, persa oramai la memoria del cimitero, venne nuovamente utilizzata come zona di scarico dei materiali di risulta. La stratigrafia archeologica soprastante le sepolture risulta, infatti, essere un articolato e massiccio accumulo di materiali di riporto la cui formazione data a partire dal VII fino al XII-XIII secolo. Tra XII e XIII secolo l'area, a seguito della necessita' di nuovi spazi, venne edificata ed urbanizzata. Riferibile alla fase basso medievale, nell'ambito della zona interessata dalle sepolture, sono alcune fondazioni murarie e soprattutto pozzi di smaltimento per liquami e acque reflue pertinenti ai cortili retrostanti edifici residenziali individuati nello scavo degli scantinati degli Uffizi di Levante. Con l'intervento di Giorgio Vasari il quartiere medievale venne in gran parte sventrato per far posto al nuovo corpo di fabbrica destinato ad accogliere le Magistrature Granducali. (segue)