Lombardia
Mostre: Milano, i marmi di Auguste Rodin in 60 opere (2)
(Adnkronos) - La seconda sezione propone alcune fra le sculture piu' conosciute di Rodin e dimostra la piena maturita' del maestro anche dal punto di vista della capacita' di elaborazione delle figure che emergono dai candidi blocchi di pietra. Accanto a ritratti di grande intensita', lontani dalla fredda precisione d'inizio carriera, come il busto dedicato alla compagna di una vita Rose Beuret, si alternano richiami all'eros e alla disinibita ricerca formale ed estetica del maestro, manifestando la sua necessita' di tentare nuovi percorsi scultorei. Qui le bellissime Mains d'amant sono un richiamo lirico all'amore e alla sensualita', ma lasciano gia' pienamente comprendere il lavoro di recupero della tradizione che Rodin conduce insieme all'affermazione di una nuova idea di scultura. La poetica dell'incompiuto caratterizza la terza sezione dove si rappresenta il trionfo del 'non finito', l'artificio linguistico che rimanda immediatamente a Michelangelo e che Rodin svolge in una chiave di assoluta modernita', poi ampiamente assunta dai suoi colleghi. Qui sono ordinati alcuni fra i piu' bei ritratti eseguiti dall'artista, fra i quali quello a Victor Hugo e un altro, poco noto, di Puvis de Chavannes, il grande 'decoratore di muri', uno fra gli artisti piu' in voga della sua epoca. Rodin aveva un rapporto speciale con il marmo e i suoi contemporanei vedevano in lui un dominatore di fronte al quale la materia tremava. Le sue sculture, lontane dall'essere convenzionali, danno vita e forma alla modernita', animando proprio la materia classica per eccellenza, destinata per sua natura all'immobilita'. (segue)