cultura
Mostre: Museo Teatrale alla Scala 'presenta' le spinette di Verdi (2)
(AdnKronos) - Come la spinetta fosse tornata da Verdi ai Barezzi non è chiaro: si può solo ipotizzare che Verdi l’avesse restituita in seguito agli screzi conseguenti al rifiuto del Barezzi – e della maggior parte dei bussetani – di accettare la libera convivenza del compositore con Giuseppina Strepponi. Certo è invece che l’Oranger o i suoi eredi cedettero lo strumento all’antiquario Tomei di Milano, che lo vendette a Giuseppe Gatti-Casazza il quale a sua volta lo donò al fratello Giulio, direttore del Teatro alla Scala e quindi del Metropolitan di New York. Alla morte di questi nel 1940 fu ancora Giuseppe a destinare lo strumento al Museo Teatrale. Proprio all’interno di questa spinetta il restauro ha permesso di ritrovare una calza femminile di epoca ottocentesca. Nota nella sua relazione il restauratore Augusto Bonza: “Raggomitolata nel vano armonico è stata rinvenuta una calza ricamata, forse prodotta nella prima metà dell’Ottocento. La calza – trovata a rovescio, come sfilata dalla gamba – presenta, ricamato sulla parte superiore, il monogramma S”. Non ci sono elementi per accertare le cause della presenza della calza. A onor del vero va riportato che da poco è stata messa in dubbio l’attribuzione all'Anelli. Lo strumento parrebbe di costruzione viennese (Zierer?). Futuri studi potranno svelare il nome del costruttore. A Milano esiste una terza spinetta appartenuta a Verdi, quella su cui fece i primi esercizi a otto anni, oggi conservata presso la Casa di Riposo per Musicisti Giuseppe Verdi.