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Mafia: figlio maresciallo Lombardo mostra foto morte padre 'non fu suicidio'/Adnkronos (4)
(Adnkronos) - Poi, nel video su Fb, se la prende come già in passato con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e l'ex sindaco di Terrasini, Manlio Mele. E aggiunge: “qua di suicidio c’è ben poco. Vengono aperti tutti i cold case e non questo. Perché tutti quelli che parlano della morte del maresciallo Lombardo si defilano? Dove stava arrivando mio padre?”. E parla ancora del famoso “viaggio americano" che proprio grazie al maresciallo Lombardo avrebbe dovuto riportare il boss Badalamenti in Italia. “ E' importante soprattutto perché dopo la seconda missione Gaetano Badalamenti decide di venire in Sicilia - spiega il figlio del maresciallo - e io ricordo ancora oggi che un giorno mio padre stranamente mi abbracciò e mi disse: 'L’importante è che restiamo una famiglia unita' perché 'quando arriveremo in Italia con Badalamenti ci sarà un terremoto giudiziario". Di cosa parlava Lombardo? "Badalamenti non doveva arrivare in Italia - dice il figlio del sottufficiale - e non capisco perché hanno fatto queste missioni. Se non le avessero fatte, oggi mio padre sarebbe vivo. Badalamenti in Sicilia non doveva arrivare, da quello che capisco dalla lettera anonima, Badalamenti non doveva venire il giorno dopo la trasmissione e che c’è qualcuno che farebbe il doppio gioco". E racconta di una interlocuzione con la vedova di Paolo Borsellino. "Un giorno la chiamai, nel dicembre 2006, per invitarla alla presentazione del libro 'Uno sparo in caserma'. Quella volta le chiesi se poteva confermare che mio padre nel 1995 la chiamò dicendo: 'A breve le porterò la verità sulla morte di suo marito su un vassoio d’argento'. E lei mi disse: 'Non solo è vero, ti dico di più. Così come tuo padre promise di prendere Riina, promise anche che sarebbe arrivata la verità su mio marito. Ma ora è morto' - dice Fabio Lombardo - Siamo nel 2020 e ci sono processi sui depistaggio e sui misteri delle stragi, ma già 25 anni fa un maresciallo era arrivato alla verità". "Sono passati 25 anni e sono 25 che prendo calci nel sedere eppure parliamo della persona che contribuì ad arrestare il boss più pericoloso di Cosa nostra. Stavamo avendo una rivoluzione giudiziaria con l’arrivo di Badalamenti e non è stato possibile, perché?". "Io per avere giustizia sto combattendo (...) - dice Fabio Lombardo tra le lacrime - . Ma c'è gente che non vuole arrivare mai alla verità. Il 4 marzo saranno 25 anni e la cosa più dura è non potere dire più 'papà'. E' molto dura", singhiozza.