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Mafia: Di Matteo (Csm), 'Scarantino intercettato, temevamo pressioni dai familiari'

AdnKronos

Caltanissetta, 3 feb. (Adnkronos) - "Vincenzo Scarantino era intercettato dopo la sua collaborazione perché si ipotizzavano possibili pressioni, anche illecite, da parte del nucleo familiare. Si voleva capire se queste pressioni potessero essere veritiere, riscontrate". Lo ha detto il consigliere del Csm Antonino Di Matteo proseguendo la sua deposizione al processo sul depistaggio sulle indagini sulla strage Borsellino. "Era nostro dovere capire soprattutto, rispetto a un collaborate su cui c'era il forte sospetto di autocontaminazione - dice Di Matteo - C'era il sospetto che ci fosse il suo intento di essere smentito. Era la posizione di un collaboratore certamente problematico di cui l'attendibilità non era né certa né scontata".