cronaca

Venezia: Gdf, maxi frode doganale di orologi di lusso, 4 arresti (2)

AdnKronos

(Adnkronos) - In tale contesto, i militari hanno concentrato l’attenzione sui frequenti viaggi, da e verso Hong Kong, intrapresi dallo scalo lagunare da un gruppo di soggetti cointeressati in aziende di commercio di orologi della provincia di Treviso, Vicenza e Napoli. I successivi approfondimenti investigativi disposti da questa Procura e continuativamente eseguiti dagli stessi militari del Gruppo di Tessera hanno fatto luce su un articolato meccanismo fraudolento attraverso il quale consistenti partite di orologi di rilevante valore commerciale acquistate dagli indagati a Hong Kong, anche nell’ordine di 350 pezzi per volta, venivano introdotte in Italia di contrabbando attraverso l’aeroporto di Venezia Tessera. In particolare, gli indagati raggiungevano Hong Kong partendo separatamente dall’Italia e dall’Austria, con tappa intermedia di ricongiungimento a Dubai. Al rientro all’aeroporto Marco Polo dalla città asiatica, gli indagati si dividevano prima di giungere nella sala arrivi, fingendo di non conoscersi. Uno di loro si recava presso gli Uffici della Dogana per dichiarare regolarmente l’importazione di una quantità minima di orologi, versando i diritti di confine dovuti per l’importazione di merce da Paesi extracomunitari, corrispondenti all’Iva sul valore degli orologi importati. Gli altri sodali, invece, lasciavano separatamente l’aeroporto, con la merce ben nascosta all’interno dei bagagli, omettendo di presentare la prescritta dichiarazione all’Autorità doganale ed evadendo, in tal maniera, dazi dovuti per centinaia di migliaia di euro per ogni singolo viaggio. Il passaggio senza controlli attraverso i varchi aeroportuali era garantito da un militare della Guardia di Finanza in servizio presso l’aeroporto di Tessera – anch’esso destinatario di misura cautelare – che, in contropartita di dazioni di denaro, accompagnava fisicamente gli indagati negli spostamenti all’interno dello scalo, facendo in modo che gli stessi non fossero sottoposti ai controlli valutari e doganali da parte dei colleghi in servizio.