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Mafia: Pm Cardella, 'dopo strage si parlò di presenze inquietanti in via D'Amelio'
Caltanissetta, 29 nov. (Adnkronos) - Dopo la strage di via D'Amelio "si parò di presenze inquietanti" sul luogo in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino. A dirlo, deponendo come teste al processo sul depistaggio Borsellino, è il Procuratore generale Faust Cardella, che nel 1992 aveva indagato con la Procura di Caltanissetta sulla strage. Cardella ricorda che in quel periodo si parò della borsa di Paolo Borsellino "di cui non venne mai fatto il verbale di sequestro" e "connesso al problema della borsa c'era anche il problema dell'agenda rossa", dice ancora il magistrato rispondendo alle domande del Procuratore aggiunto Gabriele Paci. "Ricordo che c'era stata una fonte che mi parlò dell'agenda - dice ancora Cardella - Era l'allora maresciallo Carmelo Canale. Ricordo benissimo, e lo collego a Canale, che se ne parlasse". E parla di "presenze inquietanti di persone sul luogo del delitto che avrebbero potuto asportare la borsa". "Cercammo di capire chi fosse andato sul luogo del delitto e cosa avesse preso - dice ancora Cardella - ricordo che facemmo degli accertamenti su Bruno Contrada, sentimmo delle persone, ci fu anche un commissario di Polizia che disse qualcosa su Contrada". Poi ricorda il periodo in cui arrivò a Caltanissetta, distaccato da Perugia, per indagare sulla strage di via D'Amelio. "Era il primo novembre del 1992 - racconta - arrivai a Caltanissetta con la dottoressa Ilda Bocassini e trovammo subito una situazione di stasi investigativa. Vincenzo Scarantino era già stato arrestato sulla base di intercettazioni ambientali fatte nel carcere in cui erano Candura e un altro detenuto". Iniziò, quindi, un rapporto con "gli organi investigativi che lavoravano sul caso Borsellino, essenzialmente la Squadra Mobile, ma c'era anche la Dia, in un secondo tempo, il reparto operativo dei carabinieri di Palermo". Alla sbarra ci sono tre poliziotti, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, che facevano parte del gruppo Falcone-Borsellino, accusati di calunnia aggravata.