cronaca
Maltempo: Zaia, in Veneto danni ingenti su costa, litorale e bellunese
Venezia, 19 nov. (Adnkronos) - “I danni non sono ancora da quantificare, ma sono ingentissimi. Abbiamo chiesto un secondo commissario, oltre al sindaco Brugnaro che gestirà la situazione di Venezia e delle isole, per gestire la ricostruzione e il ripristino nei territori della regione massacrati da piene di fiumi, frane, dissesti e scomparsa di chilometri di spiaggia”. Così il Presidente della Regione Luca Zaia, questa mattina, ha fatto il punto della situazione dopo l’ondata di maltempo che da una settimana sta imperversando sul Veneto, puntualizzando quali sono le situazioni più critiche. “Devastata la costa, le spiagge ed il litorale – ha spiegato il Presidente – numerose le frane e gli smottamenti che abbiamo registrato in montagna. Per dare un’idea, sono 50 i cantieri di Vaia che hanno subito danni. Misurina è rimasta isolata a lungo, strade chiuse nell’agordino ed il lago di Alleghe è arrivato a 6 centimetri dall’esondazione. Situazione devastante nel Veneto orientale. A Bibione 100.000 metri cubi di spiaggia sono stati inghiottiti, distrutti i sottoservizi. Danni anche a Caorle ed Eraclea, a Jesolo oltre un km di lungomare, verso la Pineta, non esiste più. Poi c’è tutta la parte verso il Polesine. La spiaggia di barricata è sparita, mentre la Sacca degli Scardovari è devastata. Su 70 cavane, 50 sono state distrutte, anche quelle che erano state appena ricostruite dopo Vaia”. L’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin ha poi fornito alcuni numeri relativi all’emergenza di questi giorni. “L’Unità di crisi si è riunita da martedì scorso, ma già da dieci giorni era allertata – spiega – 195 i Centri Operativi Comunali aperti, 744 i soccorritori volontari che hanno operato, 186 le squadre di 78 organizzazioni. Numeri significativi che forniscono un’idea della grande macchina messa in moto dalla Protezione Civile regionale, mettendo insieme professionisti e volontari. Ora l’emergenza sta rientrando, ma temiamo per la montagna dove le frane si possono muovere anche parecchie ore successivamente alle precipitazioni.”.