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Messina: imprenditore vittima di usura denuncia i suoi aguzzini, due arresti (3)

AdnKronos

(Adnkronos) - Le indagini, condotte dai militari della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Patti, "hanno consentito di riscontrare passo per passo il drammatico racconto della vittima, vero punto di partenza dell’intera attività investigativa". Più in particolare i gravi indizi a carico degli indagati sono emersi non soltanto raccogliendo le testimonianze di famigliari e conoscenti ed effettuando individuazioni fotografiche e sopralluoghi, ma anche mediante lo svolgimento di attività tecniche d’intercettazione telefonica nei confronti dei soggetti coinvolti. Proprio queste operazioni intercettive hanno svelato, in tutta la loro violenza, le pressioni esercitate dal Calabrò nei confronti dell’imprenditore vittima dell’usura: pressioni costanti, attuate con atteggiamento di dominio assoluto, tali da gettare la vittima in uno stato di prostrazione psicologica così grave da indurlo a pensare al suicidio e tali da farla desistere da qualsiasi proposito di ribellione. Dal momento liberatorio della denuncia ad oggi, i militari impegnati nelle attività investigative, si sono dimostrati anche un vero e proprio riferimento per la vittima, che, nonostante l’indigenza ed il profondo malessere, ha saputo affidarsi completamente alle mani dello Stato. Le risultanze investigative raccolte, quindi, hanno permesso di ricostruire chiaramente i tratti della vicenda, evidenziando le gravi responsabilità degli indagati e consentendo così all’Autorità Giudiziaria di emettere l’odierno provvedimento custodiale, in esecuzione del quale, questa mattina, Calabrò Fortunato e Chiaia Franco sono stati tratti in arresto, il primo associato alla casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto ed il secondo sottoposto agli arresti domiciliari. L’odierna operazione, infine, testimonia l’importanza delle denunce da parte delle vittime di questa odiosa tipologia di reato, quale necessario strumento utile per spezzare la spirale dell’usura. La presenza capillare dell’Arma dei Carabinieri sul territorio e l’attenzione e la sensibilità della Procura della Repubblica di Patti verso tali reati possono consentire una pronta ed efficacie azione di contrasto a questi reati che troppo spesso, per paura o per vergogna, non vengono denunciati. “Mi auguro che questa vicenda possa servire da stimolo e da sprone per tutte le persone che attualmente subiscono reati di questo tipo, particolarmente subdoli ed odiosi: collaborare con le Forze dell’Ordine e denunciare fatti di tal genere “paga” sempre, perché lo Stato, proprio con l’aiuto dei Cittadini che denunciano, è sempre in grado di dare delle risposte pronte ed efficaci”, ha detto il Procuratore di Patti.