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Mafia: depistaggio Borsellino, ecco i brogliacci telefonate pentito Scarantino, resta mistero (5)

AdnKronos

(Adnkronos) - Il 26 maggio 1995 Scarantino tiene la cornetta alzata ma finge soltanto di parlare, come annotano gli investigatori. Perché? Il 10 giugno 1995 Scarantino chiede di parlare con l'avvocato Lucia Falzone, che però gli spiega che servono 15 giorni per potere avere un colloquio. Poi, sempre a giugno, più volte formula il numero con lo 0934 ma non risponde nessuno, come scrivono i poliziotti. La Procura? Cerca anche più volte Mario Bò, che però "non è in ufficio". In più occasioni, i poliziotti addetti alle intercettazioni scrivono 'controllo'. E altre volte "non prende la linea". Lo scorso 9 settembre, la presenza del telefono fisso nell'abitazione dell'ex pentito Vincenzo Scarantino di San Bartolomeo a Mare, era stata al centro dell'udienza. Quel giorno, a differenza di quanto detto nel 2013 nel processo a Salvatore Madonia, il sovrintendente della Polizia di Stato Giuseppe Di Gangi, aveva detto di avere ricordato "solo da poco" la presenza del telefono a casa di Scarantino. Nel corso del controesame l'avvocato Rosalba Di Gregorio, che rappresenta le persone che furono accusate ingiustamente da Scarantino della strage di via D'Amelio, gli disse: "Io le chiesi se Scarantino aveva il telefono e lei me lo aveva escluso. Ora dice che se lo ricorda, come ha appreso di questa faccenda?". "Dalla stampa", tagliò corto Di Gangi. Ora i brogliacci sono tutti stati depositati al processo sul depistaggio.