cronaca
Arte: Canova e Thorvaldsen prima volta insieme con mostra a Gallerie d'Italia
Milano, 25 set. (AdnKronos) - Gli scultori Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen saranno per la prima volta a confronto e protagonisti di una mostra alle Gallerie d'Italia a Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano. La mostra, a cura di Stefano Grandesso e Fernando Mazzocca, aprirà oggi e rimarrà fino al 15 marzo 2020. Realizzata in collaborazione con il Museo Thorvaldsen di Copenaghen, il Museo Stat ale Ermitage di San Pietroburgo, l’esposizione è resa possibile grazie all’apporto di prestiti fondamentali concessi da musei e collezioni private italiani e stranieri, solo per citarne alcuni: la Biblioteca Apostolica Vaticana, le Gallerie degli Uffizi di Fir enze, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Museo Nacional del Prado di Madrid, la Pinacoteca di Brera e la Pinacoteca della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, il Metropolitan Museum di New York, le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, l e Gallerie dell'Accademia di Venezia. "Non tutti conoscono l'importanza delle opere permanenti di Canova - spiega Giovanni Bazoli, presidente emerito di Banca Intesa San Paolo - e per questo che questa mostra è importante per i cittadini. Questa mostra è qualcosa di eccezionale che potrà contribuire alla crescita civile e culturale importante". La mostra propone il confronto, mai tentato prima, tra i due grandi protagonisti della scultura moderna in età neoclassica e romantica: l’italiano Antonio Canova (1757 - 1822) e il danese Bertel Thorvaldsen (1770 - 1844), i due 'classici moderni' in grado di trasformare l’idea stessa della scultura e la sua tecnica, creando opere immortali, diventate popolari e riprodotte in tutto il mondo. Il terreno su cui si affrontarono originariamente i due illustri maestri è stato il suolo romano, dove svolsero entrambi una buona parte della loro carriera: Canova giunse a Roma nel 1781 e vi morì nel 1822 , mentre Thorvaldsen vi si insediò a partire dal 1797 per i successivi quarant’anni. Qui, i due artisti ingaggiarono una delle più note e produttive sfide su identici temi e soggetti che regaleranno all’arte alcuni capolavori: le figure della mitologia classica, come Amore e Psiche, Venere, Paride, Ebe, le Grazie, rappresentavano nell’immaginario comune l’incarnazione dei grandi temi universali della vita, come il breve percorso della giovinezza, l’incanto della bellezza, le lusinghe e le delusioni dell’amore. Il plauso con cui vennero entrambi accolti dalla critica coeva è emblema di una civiltà che guardava all’antico, ma che aspirava nello stesso tempo alla modernità, dualità che seppero magistralmente interpretare e guidare: Canova era stato l’artista rivoluzionario, capace di garantire alla scultura un primato sulle altre arti, nel segno del confronto e del superamento dell’antico; Thorvaldsen, guardando all’opera e alla strategia del rivale, si era ispirato a un’idea della classicità più severa e austera, avviando una nuova stagione dell’arte nordica, ispirata alle civiltà mediterranee. Entrambi avevano saputo emanciparsi dal vincolo che la committenza poneva tradizionalmente alla scultura a causa dei costi elevati del marmo o del bronzo, fondando grandi studi che avevano le dimensioni di complesse officine, con numerosi collaboratori e allievi: con le innovazioni tecniche introdotte da Canova e utilizzate su larga scala da Thorvaldsen – creazione di un modello in gesso prima della statua in marmo – lo scultore acquisiva infatti per la prima volta la libertà di esprimere nella statua, ideata senza commissione , la propria poetica. Attraverso oltre 150 opere divise in diciassette sezioni la mostra intende documentare la straordinaria complessità delle creazioni di Canova e Thorvaldsen, destinate ad un collezionismo di alto profilo sia italiano che internazionale, e l’enorme seguito che la loro scultura ebbe , proponendo continui confronti con gli altri artisti di ogni nazionalità.