cronaca
La denuncia del Papa: "Ottenere gratitudine con la corruzione, una consuetudine"
Città del Vaticano, 22 set. (AdnKronos) - "Ottenere gratitudine con la corruzione, purtroppo è consuetudine oggi". Lo ha denunciato il Papa all'Angelus aggiungendo il passaggio a braccio. Il Pontefice attinge dalla parabola nel Vangelo del giorno che, come spiega, "ha come protagonista un amministratore furbo e disonesto che, accusato di aver dilapidato i beni del padrone, sta per essere licenziato. In questa situazione difficile, egli non recrimina, non cerca giustificazioni né si lascia scoraggiare, ma escogita una via d’uscita per assicurarsi un futuro tranquillo". "Reagisce dapprima con lucidità, riconoscendo i propri limiti: 'Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno'; poi - dice Francesco - agisce con astuzia, derubando per l’ultima volta il suo padrone. Infatti, chiama i debitori e riduce i debiti che hanno nei confronti del padrone, per farseli amici ed essere poi da loro ricompensato". Da qui l'aggiunta a braccio: "Questo è farsi amici con la corruzione, è ottenere gratitudine con la corruzione come purtroppo è consuetudine oggi". "La 'ricchezza disonesta' è il denaro - detto anche 'sterco del diavolo' - e in generale i beni materiali. La ricchezza può spingere a erigere muri, creare divisioni e discriminazioni" denuncia il Pontefice. "Gesù, al contrario, - dice Bergoglio - invita i suoi discepoli ad invertire la rotta: 'Fatevi degli amici con la ricchezza'. È un invito a saper trasformare beni e ricchezze in relazioni, perché le persone valgono più delle cose e contano più delle ricchezze possedute". "Nella vita, infatti, - sottolinea il Papa - porta frutto non chi ha tante ricchezze, ma chi crea e mantiene vivi tanti legami, tante relazioni, tante amicizie attraverso le diverse 'ricchezze', cioè i diversi doni di cui Dio l’ha dotato. Ma Gesù indica anche la finalità ultima della sua esortazione: 'Fatevi degli amici con la ricchezza, perché essi vi accolgano nelle dimore eterne'. Ad accoglierci in Paradiso, se saremo capaci di trasformare le ricchezze in strumenti di fraternità e di solidarietà, non ci sarà soltanto Dio, ma anche coloro con i quali abbiamo condiviso, amministrandolo bene, quanto il Signore ha messo nelle nostre mani". Il Pontefice spiega la morale della pagina del Vangelo del giorno: "Fratelli e sorelle, questa pagina fa risuonare in noi l’interrogativo dell’amministratore disonesto, cacciato dal padrone: 'Che cosa farò, ora?' . Di fronte alle nostre mancanze e ai nostri fallimenti, Gesù ci assicura che siamo sempre in tempo per sanare con il bene il male compiuto. Chi ha causato lacrime, renda felice qualcuno; chi ha sottratto indebitamente, doni a chi è nel bisogno. Facendo così, saremo lodati dal Signore 'perché abbiamo agito con scaltrezza', cioè con la saggezza di chi si riconosce figlio di Dio e mette in gioco sé stesso per il Regno dei cieli". All'Angelus Bergoglio ha poi chiesto "vicinanza" a migranti e rifugiati anche con la preghiera. "Domenica prossima, 29 settembre, - ha ricordato ai fedeli e ai pellegrini arrivati da tutto il mondo - ricorrerà la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per l’occasione celebrerò la Santa Messa qui in Piazza San Pietro. Vi invito a partecipare a questa celebrazione per esprimere anche con la preghiera la nostra vicinanza ai migranti e rifugiati del mondo intero". Francesco ha anche salutato gli atleti che stamani hanno preso parte a Roma alla Via Pacis. "Saluto con affetto tutti voi, romani e pellegrini provenienti da diversi Paesi. In particolare, - ha detto il Papa - saluto i partecipanti alla Via Pacis, corsa podistica che ha attraversato questa mattina le strade di Roma, per portare un messaggio di pace, di fraternità e soprattutto di dialogo tra culture e religioni diverse".