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Migranti: esposto Mediterranea a Pm, 'sette giorni di abusi e omissioni (2)

AdnKronos

(AdnKronos) - E prosegue: "il ritardo nell’adozione dei provvedimenti di evacuazione medica pur a fronte dei numerosi solleciti e delle relazioni del sanitari di bordo e ministeriali e della relazione psichiatrica che paventava il rischio, in caso di prosecuzione della permanenza a bordo, di atti di autolesionismo o di reazioni violente, che ha cagionato un progressivo aggravamento delle condizioni psico fisiche dei naufraghi soccorsi fino ad ingenerare condotte autolesive, ansia, panico, disturbi del sonno, rifiuto del cibo e scioperi della fame; l’omessa indicazione di un punto di fonda all’interno delle acque territoriali, in temporanea deroga all’inibizione, per garantire la sicurezza di tutte le persone a bordo della Mare Jonio a fronte dell’allerta meteo diramata dalle Autorità competenti" "l’omessa, tempestiva, adozione, da parte delle competenti Autorità, dei necessari provvedimenti a tutela della salute e della sicurezza di tutte le persone a bordo per contenere il rischio di un’emergenza sanitaria e la diffusione di malattie comunitarie, pur essendo stati reiteratamente informati delle precarie condizioni igieniche della MARE JONIO a causa della disfunzione dell’impianto di dissalazione dell’acqua, e della conseguente assenza di acqua corrente, e del rischio di diffusione di malattie comunitarie per l’impossibilità di garantire una corretta igiene personale e degli ambienti; l’aver, come conseguenza delle condotte sopra richiamate, sottoposto i naufraghi soccorsi dalla Jonio a trattamenti inumani e degradanti, fortemente lesivi della loro dignità di persone e dei loro diritti fondamentali, contribuendo ad aggravarne le condizioni di stress psico-fisico al punto da ingenerare reazioni di tipo autolesive, depressive, rifiuto del cibo, ansia e panico". E poi: " l’adozione del provvedimento di sequestro amministrativo della Mare Jonio e della sanzione pecuniaria per violazione dell’art. 12 comma 6 bis del Decreto Legislativo n. 286/1998, pur a fronte dell’autorizzazione all’ingresso in acque territoriali rilasciata dalle competenti Autorità portuali”. "Abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di procedere ad accertare tutti gli estremi di reato riconducibili a queste condotte, al fine di perseguire e punire a norma di legge chi ne è autore. è un atto di giustizia che travalica anche le vicende che ci vedono direttamente protagonisti - dice Mediterranea -Perché ripristinare lo stato di diritto nel Mediterraneo significa costruire argini all’abuso e alla violenza del potere anche a terra".