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Sicilia: istituito tavolo tecnico su brucellosi e tubercolosi, M5S 'falliti i piani regionali'
Palermo, 28 ago. (AdnKronos) - "Siamo riusciti a far attivare a livello ministeriale il tavolo sulla Brucellosi e la Tubercolosi in Sicilia. Da troppo tempo le malattie animali stanno compromettono in maniera grave l'intero comparto zootecnico siciliano con gravi ripercussioni sull'intera economia isolana e costituiscono anche un serio pericolo per la salute umana. Da oggi partono finalmente una serie di risposte". A riferirlo è il deputato regionale M5S Antonio De Luca, componente della commissione regionale sanità dell’Ars, nonché tra i promotori del tavolo e designato dalla stessa commissione regionale a rappresentarla in seno ad esso. "I piani regionali di eradicazione - spiega De Luca - hanno con tutta evidenza fallito e a nulla sono serviti i molteplici richiami fatti all'assessore Razza sin dal mio insediamento, sulla necessità di implementare e migliorare i controlli veterinari nelle province coinvolte. Vista l'assenza di risposte da parte dell'assessore competente - prosegue il deputato - è stato necessario rappresentare la situazione direttamente al Ministro alla Salute Giulia Grillo, che ha prontamente attivato gli uffici del Ministero i quali, raccogliendo le preoccupazioni espresse anche dall'eurodeputato Ignazio Corrao, sempre attivo su queste tematiche e dal rappresentante dell'associazione degli allevatori Carmelo Galati Rando, ha prontamente istituito il tavolo tecnico che dovrà individuare le azioni necessarie per impedire l'ulteriore propagarsi delle malattie". "Spiace - conclude il deputato pentastellato - che l'Assessore Razza abbia sottovalutato i pericoli che derivano dal propagarsi delle zoonosi. Adesso è necessario intervenire con decisione e porre un freno a queste malattie. Diversamente la Sicilia, che probabilmente sarà costretta a restituire le quote di finanziamento attribuitele per i piani di eradicazione, perderebbe gli ulteriori finanziamenti di settore erogati dalla Commissione Europea e i nostri allevatori rischierebbero di trovarsi ancora una volta costretti a pagare un prezzo altissimo per colpe non loro".