cronaca
Fiepet Confesercenti: "Valutare stop a spray nei locali"
Roma, 4 ago. (AdnKronos) - “I timori dell’emulazione ci sono, non possiamo escludere che altri giovani possano ripetere gesta simili senza rendersi conto della loro pericolosità”. Lo dice all’Adnkronos il presidente nazionale di ‘Fiepet Confesercenti’ Giancarlo Banchieri sottolineando che “altri giovani possano introdurre spray urticanti nei locali ed emulare, in maniera certamente meno organizzata”, i sette ragazzi arrestati ieri e accusati di aver usato lo spray al peperoncinoper scatenare il panico e derubare il pubblico presente l’8 dicembre scorso nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti. Il 12 luglio scorso Banchieri insieme al presidente nazionale di ‘Asso Intrattenimento’ Luciano Zanchi e al presidente nazionale di ‘Silb-Fipe’ Maurizio Pasca aveva firmato al Viminale un accordo con il ministro dell’Interno Matteo Salvini finalizzato a garantire un divertimento più sano nelle discoteche rendendole più sicure con una serie di accorgimenti condivisi. Alla luce di quanto accaduto nella discoteca di Corinaldo e dei possibili tentativi di emulazione di quanto compiuto dai sette arrestati, Banchieri dice: "Vietare l'ingresso dello spray urticante nelle discoteche potrebbe essere una soluzione, vorremmo valutarla con gli organi preposti”. Banchieri spiega poi all'Adnkronos che “stiamo valutando di costituirci parte civile al processo per chiedere un risarcimento danni ai sette ragazzi arrestati ieri”. “Per fortuna quei ragazzi sono stati assicurati alla legge - sottolinea - mi auguro che si possa trovare il modo di comminare pene adeguate a chi per un furto non teme di mettere a repentaglio delle vite umane. Questa è criminalità, non si tratta di persone che alzano un po' il gomito e che eccedono nell’ambito del divertimento. Non si possono lasciare soli i titolari dei locali a contrastare fenomeni del genere, c’è bisogno dell’intervento dello Stato”. IMPRESE INTRATTENIMENTO: "NUOVE NORME, SERVE PERQUISIRE CHI ENTRA IN DISCOTECA" - “Noi sapevamo già, prima che succedesse la tragedia di Corinaldo, che la banda dello spray era in azione: dall’inizio del 2018 ho iniziato a ricevere le telefonate allarmate dei nostri soci che ci chiedevano cosa dovevano fare per difendersi. Ho detto loro di rivolgersi alle forze dell’ordine ma all’inizio ci sono apparse inermi, non riuscivano a risalire ai responsabili di queste continue rapine”. Cosi all’Adnkronos Maurizio Pasca, presidente dell’Associazione Italiana imprese di intrattenimento di ballo e di spettacolo (Silb Fipe) che raggruppa 2.250 proprietari di discoteche in Italia sul totale di 2.400 in tutto il Paese. A fronte di quanto descritto nell’ordinanza del gip del tribunale di Ancona che ha disposto gli arresti per i sette ragazzi, Pasca dice: “C’è un’impennata di violenza nella società, come titolari delle discoteche assistiamo a episodi di quel genere quotidianamente, non accade mai nulla perché i locali del Centro Nord sono tutti a norma, con l’impianto di areazione, con le uscite di sicurezza, mentre nel caso di Corinaldo c’è stata qualche anomalia da questo punto di vista”. “Noi - aggiunge Pasca - anzitutto ci costituiremo come parte civile al processo e chiederemo un risarcimento per il danno di immagine che è stato arrecato a tutto il settore”. Per scongiurare altri episodi simili chiediamo che vengano riviste le norme e che ci venga data la possibilità di perquisire le persone prima che entrino in discoteca, con del personale specializzato, come avviene nel resto d’Europa. Lo abbiamo chiesto anche al ministro dell'Interno Matteo Salvini quando ci siamo incontrati a luglio al Viminale per la firma del protocollo sulla sicurezza”. Non solo. “Chiediamo anche - sottolinea Pasca - che ci sia data la possibilità, a pagamento come facciamo già con i vigili del fuoco, di avere il personale delle forze dell’ordine dentro i locali. Sarebbe di grande deterrenza nei confronti di chi viene in discoteca”.