cronaca

Errori (orrori), il bestiario della maturità

AdnKronos

Roma, 7 lug. (AdnKronos) - Esame che vai, strafalcioni che trovi. La Maturità 2019 non fa eccezione. La nuova formulazione dell’esame di Stato, infatti, non l’ha reso immune agli errori (in molti casi orrori) pronunciati e scritti dai maturandi durante le prove. Skuola.net ha fatto il tradizionale sondaggio ‘sotto banco’ in cerca dei più esilaranti scivoloni andati in scena dinanzi alle Commissioni. A spifferarli i loro compagni di classe - in totale sono stati circa 6mila - che hanno voluto contribuire alle segnalazioni. Nessuna materia è stata risparmiata, i maturandi hanno colpito e affondato tutti i segmenti del loro percorso di studi. Senza distinzioni o trattamenti di riguardo. La letteratura, italiana e internazionale, è senza dubbio un evergreen di tutte le compilation di strafalcioni che si rispettino. E anche quest’anno i ragazzi sono stati all’altezza dei loro predecessori. Iniziando da uno dei poeti più presi di mira durante questa Maturità: Gabriele D’Annunzio, che se per qualcuno è stato uno dei primi “estetisti” d’Italia (ormai un classico), per altri invece - nascondendo forse un velato insulto - è definibile come “poeta water”. Per non parlare del povero Giovanni Verga, a cui tolgono la paternità dei Malavoglia, affermando come l’opera sia nata dalla penna di Italo Svevo. Ce n’è anche per l’amatissimo Luigi Pirandello, il cui famoso Enrico IV si è trasformato in Luigi XIV; in fondo si tratta sempre di un nome con un numero a fianco. Neanche Dante, rivela il sondaggio, hanno lasciato riposare tranquillo: c’è infatti chi ha attribuito a lui la composizione del X Agosto (che invece è di Pascoli), e chi, più audace, l’ha definito come uno dei più noti ebrei italiani. Sugli autori più recenti non è che vada molto meglio: parlando di 1984 di Orwell, una ragazza ha chiamato ripetutamente in causa il protagonista Will Smith (proprio lui, l’attore) invece che Winston Smith; evidentemente si tratta di una sua grande fan. Excursus sugli strafalcioni letterari che si conclude con uno studente sin troppo zelante che, scegliendo come traccia del tema l’analisi del testo sul componimento di Ungaretti, leggendo il sottotitolo “Mariano, 1916”, ha interpretato quella specifica come nome proprio invece che luogo, citando così più volte all’interno del suo elaborato tale Mariano, il caro amico defunto di Ungaretti. Anche in storia i maturandi si sono dati da fare, interpretando passato, presente e futuro a modo loro. Infatti non si sono limitati a stravolgere le battaglie avvenute nel passato, indicando ad esempio Italia e Germania alleate durante il primo conflitto mondiale o proclamando Mussolini governatore d’Italia nel 1915, ma sono andati anche a fare previsioni su un nostro ipotetico futuro, tirando fuori una - nella loro testa evidentemente non troppo improbabile - terza guerra mondiale e collocandone addirittura l’inizio (già avvenuto) in India. Una fantasia da far invidia. Tuttavia, neanche la storia più antica si è salvata: per uno studente Tito Livio in realtà altro non era che uno degli Imperatori romani, mentre per un altro Garibaldi visse attorno al 1300. Ma gli strafalcioni storici più creativi, ad avviso di Skuola.net, sono stati soprattutto due, entrambi sulla Guerra Fredda e sull’interpretazione dell’aggettivo “fredda”: secondo il primo maturando, l’aggettivo è riferito al fatto che la Guerra fu combattuta “senza sentimento”, in maniera crudele e distaccata; mentre per il secondo, un po’ più pratico, la Guerra è così chiamata perché ha avuto come luogo di svolgimento la Siberia. I più ammirevoli (per modo di dire) sono, però, i ragazzi che hanno avuto il coraggio di rispondere ai propri professori in modo divertente, a volte irriverente. Probabilmente per allentare la tensione del momento. Come quel maturando che ha dato la risposta che chiunque sogna di dare alla domanda della professoressa, nel suo caso commissario esterno di matematica: “Facciamo un esercizio sulle derivate?” ha chiesto lei; “No, grazie!”, ha educatamente ribattuto lui. O come quella ragazza che, invece, ha tentato un salvataggio in extremis, purtroppo non riuscendoci e facendo così un eclatante autogol: "Parlami della rivoluzione di febbraio", le ha chiesto il docente. E lei: "Forse intende dire quella di ottobre, quella di febbraio non esiste" (risposta sbagliata). Ma il vincitore è stato il maturando che è riuscito a confondere un nome quasi inconfondibile - evidentemente a causa delle troppe serie tv viste - e al posto di Pablo Picasso, ha detto che Guernica è stata dipinta da Pablo Escobar. Un capitolo a parte, infine, merita la materia new entry dell’esame orale post riforma: Cittadinanza e Costituzione, bersagliata da ogni lato. C’è chi infatti davanti alla richiesta della commissione di iniziare un discorso sull’argomento si è mostrato molto perplesso, chiedendo poi delucidazioni: “Ma Cittadinanza di italiano o di storia?”. Molteplici pure le segnalazioni di studenti totalmente impreparati sulle attuali cariche dello Stato, a partire dal Presidente della Repubblica: molti non riescono a citare neanche un nome, molti altri invece cercano di sopperire a questa mancanza, tirando fuori nomi quanto meno fantasiosi. La top 3? Un ragazzo ha candidamente risposto Conte; un altro ha parlato di Matteotti; il terzo non solo ha sbagliato personaggio (confondendolo nuovamente con Matteotti, chissà perché poi...) ma ne ha addirittura storpiato il cognome, soprannominandolo Matteozzi. Maturandi, ma non solo, anche i professori a volte sbagliano. E Skuola.net ha quindi chiesto ai maturandi di ‘vendicarsi’ dei docenti che li hanno giudicati all’esame, raccontando i più clamorosi. E gli studenti interpellati non si sono certo tirati indietro: più di 1.500 hanno inviato spunti di riflessione. Tutti con un unico obiettivo: dimostrare che anche gli insegnanti possono cadere su banali argomenti di letteratura, fisica, matematica e scienze. E non solo. Affrontare la Maturità non è mai semplice, da entrambe le parti della ‘barricata’. E quindi gli errori di disattenzione sono sempre in agguato anche per chi le domande le fa. Iniziando da alcuni mitici docenti che avrebbero dimenticato di inserire gli spunti nelle buste da far scegliere ai ragazzi in sede d’orale. Un’altra segnalazione, invece, riguarda un professore di topografia che si sarebbe addormentato in cattedra durante la seconda prova scritta. E parlando ancora delle poche ore di sonno che molti commissari hanno addosso da quando sono iniziati gli esami, ecco il caso di una studentessa che durante il suo colloquio orale, mentre era intenta ad elencare tutte le opere di Gabriele D'Annunzio, ha aggiunto alla lista anche Myricae (che invece porta la firma di Giovanni Pascoli), ottenendo come unica reazione del professore esterno di italiano - evidentemente distratto - una correzione sulla pronuncia incerta della ragazza e non sull’autore errato. Sempre parlando di pilastri della letteratura italiana, sono proprio loro i bersagli preferiti degli scivoloni dei professori. Ungaretti è uno dei poeti su cui, incredibilmente, cadono più spesso: c’è chi, come un professore di scienze, giurerebbe di aver visto il suo nome sotto il componimento “Ossi di seppia” (che invece sappiamo essere opera di Eugenio Montale); chi, come una professoressa di italiano, gli attribuisce Mastro Don Gesualdo (scritto però da Giovanni Verga). Da segnalare anche una docente che - forse non del tutto lucida per via del caldo - è arrivata a giurare che lo stesso Ungaretti fosse l’autore de L’infinito (uno dei più celebri componimenti di Giacomo Leopardi). Ma quelli di italiano non sono orrori legati solo al colloquio orale; per equità i docenti hanno esplicitato tutta la loro confusione anche durante la prima prova scritta, arrivando ad affermare che il protagonista di una delle tracce proposte quest’anno, Gino Bartali, fosse (a sua insaputa) nato negli anni ‘80 del ‘900. Non va meglio quando si parla di geografia. A contendersi il titolo di strafalcione dell’anno in questa materia sono stati due professori che, durante gli orali, se ne sono usciti con delle autentiche ‘perle’. Il primo ha annunciato alla Commissione (e all’attonito interrogato) che “l’America si trova a est del mondo”. Sempre rimanendo in tema di coordinate sballate, il secondo ha detto che “il Venezuela è uno degli Stati dell’Asia”. Spostando lo sguardo in un territorio confinante - la storia - la situazione non migliora; sulle due Guerre Mondiali la confusione è pressoché totale. Anche qui vengono fuori prepotentemente due “orrori” su tutti gli altri. La prima professoressa ha corretto un alunno che stava esponendo la sconfitta di Caporetto perché convinta che fosse avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale, invece che nella Prima, come stava riportando giustamente il povero interrogato. La seconda gaffe degna di nota vede come protagonista un professore certo di conoscere la causa della Seconda Guerra Mondiale: Hitler che invade Pearl Harbor. Parlando di matematica, invece, spicca un docente campione di umiltà, che subito dopo aver dato ad un candidato un esercizio da svolgere durante l'esame orale si è rivolto al professore di scienze chiedendogli: "Potresti controllare tu? Sai, mi confondo un po' con i numeri io”. Si prosegue con un altro simpatico professore, sempre di matematica, che non è stato in grado di spiegare la frase contenuta in una busta che lui stesso aveva proposto come spunto. Per non parlare di un terzo commissario, ancora di matematica, forse appassionato di letteratura italiana, che ha chiesto a un suo alunno di spiegare il famoso “Teorema di Petrarca”. Anche la fisica, infine, ha visto la caduta rovinosa di una docente che è stata colta in flagrante ad affermare: “La forza di gravità è uguale a 10”. E basta.