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Mafia: Chinnici, 'hanno ucciso La Torre ma sua opera vive e prosegue'

AdnKronos

Palermo, 30 apr. (AdnKronos) - "Lo sviluppo delle misure patrimoniali contro le mafie, iniziato con la sua legge, ha raggiunto una dimensione transnazionale fino alla recente introduzione della confisca preventiva nel diritto dell'UE, sulla quale ho lavorato al Parlamento Europeo: lo hanno ucciso ma la sua opera vive e prosegue, e questo è il miglior riconoscimento alla memoria". Così Caterina Chinnici sottolinea il valore sempre attuale dell'impegno di Pio La Torre, ricordato oggi nel 37° anniversario della sua morte insieme con Rosario Di Salvo, vittima anche lui dell'agguato mafioso del 30 aprile 1982 a Palermo. "Secondo una stima riportata in una risoluzione dell'europarlamento del marzo scorso - aggiunge l'eurodeputata siciliana, che a Palazzo dei Normanni ha partecipato alla manifestazione promossa dal Centro Pio La Torre - nell'UE le attività criminali fruttano ricavi per circa 110 miliardi di euro all'anno, risorse sottratte all'economia lecita e all'utilità collettiva.Potrebbe essere una stima molto per difetto, e in passato altri studi hanno quantificato in 150 miliardi il giro d'affari delle sole organizzazioni criminali italiane, ma mettendola in relazione con il numero di abitanti significa già che la quota a carico della popolazione della sola Sicilia è di oltre 1 miliardo di euro all'anno, un prezzo pagato in termini di minore ricchezza e di minori servizi. E un prezzo c'è anche per le imprese: già nel 2013 il report finale della Commissione Crim del Parlamento Europeo aveva stimato in circa 670 miliardi di euro i maggiori costi subiti dalle aziende nell'Unione Europea per effetto del crimine organizzato e della corruzione". "L'esperienza siciliana e italiana ha indicato la via maestra, cioè combattere le mafie colpendone la ricchezza - conclude - e la legge Rognoni-La Torre, di cui mio padre fu acceso sostenitore, ha avviato il riconoscimento legislativo di questa intuizione. Le misure di prevenzione patrimoniale hanno dato eccellenti risultati in Italia e devono poter essere applicate in tutta l'Unione Europea. Non bisogna lasciare alle reti del malaffare la possibilità di sfruttare eventuali punti deboli dei sistemi nazionali, e uno studio di Europol ci dice che finora nell'UE le confische non superano l'1,1% dei profitti criminali. L'introduzione della confisca preventiva nel regolamento UE dell'ottobre scorso sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca è un grande risultato per l'Italia e per la Sicilia: le mafie non potranno più salvare i loro capitali illeciti dalla confisca trasferendoli in un altro stato dell'UE. Nella prossima legislatura occorrerà compiere il passo in più:introdurre nella normativa UE anche una nozione comune e dettagliata di criminalità organizzata, indispensabile per valorizzare tutti gli strumenti di contrasto".