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"Allarme lupi, sì ad abbattimento"

AdnKronos

Roma, 12 apr. - (AdnKronos) - Via libera, ma "solo a condizione che sia stata verificata l'assenza di altre soluzioni praticabili" all'abbattimento dei lupi, razza tutelata dalla legge 357 del 1997. Lo prevede una circolare del Viminale, inviata ai commissari di Governo delle Province di Trento e Bolzano ed al presidente della Regione Valle d'Aosta. La circolare evidenzia che "di recente, in alcune aree del territorio nazionale", si è registrato "un aumento della presenza di lupi che, avvicinandosi in branco agli abitati, provocano allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero". Di qui "l'esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all'agricoltura e alla zootecnia". "Non c'è alcun allarme lupo" riferisce in una nota del Wwf. "A dirlo non è il Wwf ma gli esperti del Large Carnivore Initiative for Europe della Iucn che hanno redatto i criteri scientifici per classificare gli eventuali lupi problematici: sulla base di questi criteri, nessuna delle situazioni finora registrate in Italia è motivo di allarme". "La notizia che il ministero dell'Interno avrebbe inviato ai prefetti di Trento e Bolzano e al presidente della Valle D'Aosta una circolare in cui si apre agli abbattimenti dei lupi, se confermata, sarebbe un attacco gratuito ed ingiustificato a una specie fondamentale per la natura d'Italia". "Questa circolare sarebbe una scelta ancora più incomprensibile anche alla luce dell'annuncio del nuovo Piano Lupo, che non prevede gli abbattimenti tra le azioni di gestione e che sembra essere arrivato in dirittura d'arrivo. - continua il Wwf - Non vorremmo, quindi, che si trattasse dell'ennesima mossa propagandistica sulle 'pelle del lupo', visto che il numero di lupi e dei danni legati alla loro gestione in Trentino Alto Adige continua ad essere estremamente limitato (come riportato anche da più fonti giornalistiche 38 in Trentino e 13 in Alto Adige)". "Le specie simbolo della natura e della biodiversità italiana non possono continuare ad essere esposte ai ricatti di quei poteri locali che non vogliono attuare misure di prevenzione opportune, in spregio alle migliaia di allevatori che ogni giorno faticano per rendere possibile una coabitazione pacifica e alla maggioranza degli italiani che si sono espressi per una tutela integrale del lupo", conclude la nota.