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Minoranze: al via progetto Ue tra Veneto, Fvg e Slovenia per valorizzare cimbri, ladini e friulani
Venezia, 28 mar. (AdnKronos) - I cimbri sull’altopiano di Asiago. I ladini del Comelico. Le comunità friulane del Portogruarese. Sono le tre ‘isole’ linguistiche del Veneto destinatarie del progetto ‘Primis’, esperienza di collaborazione transfrontaliera tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Slovenia per la valorizzazione delle minoranze linguistiche. Per l’Unione europea la presenza di comunità che hanno conservato lingua, storia, costumi e tradizioni particolari rappresenta non solo un patrimonio culturale del territorio, ma anche un motivo di attrazione e una risorsa da valorizzare in chiave turistica. Il progetto, presentato oggi a Venezia nella sede del palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto, è finanziato con 2,8 milioni di euro di fondi Ue nell’ambito dell’Interreg Italia- Slovenia e coinvolge le più significative minoranze linguistiche dell’area dell’Alto Adriatico: un’area popolata da circa 8 milioni di abitanti, per sua natura area multiculturale e multilinguistica per la presenza delle minoranze nazionali slovena e italiana e di altre comunità linguistiche (come appunto i cimbri, i ladini e i friulani in Veneto) che la rendono unica rispetto ad altri territori. Il progetto di cooperazione ‘Primis’ prevede la realizzazione di quattro centri multimediali (due in Veneto, a Bibione e nel Comelico, uno a Trieste e uno a Capodistria) con relative piattaforme digitali, una mostra itinerante multimediale, un festival transfrontaliero delle comunità linguistiche autoctone, la realizzazione di dizionari multimediali relativi alle espressioni più comuni ad uso turistico, itinerari tematici a valenza turistica, pacchetti turistici transfrontalieri, la formazione di giovani ‘ambasciatori’ che guideranno turisti e appassionati nella conoscenza in loco della lingua e della cultura di queste minoranze, creando così occasioni e proposte di turismo culturale. Nell’ambito del progetto triennale di cooperazione è previsto anche il recupero del palazzo settecentesco Gravisi-Buttorai a Capodistria, che diventerà sede del primo museo multimediale della comunità italiana in Slovenia.