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Maria Pia Garavaglia: "Sanità digitale arma per colmare gap Regioni"

AdnKronos

Roma, 26 mar. (AdnKronos Salute) - La sanità digitale, attraverso lo sviluppo di strumenti organizzativi e assistenziali, "rappresenta una potente arma per colmare le differenze tra le Regioni nelle opportunità di cura dei cittadini, che oggi sono il problema dei problemi". Lo sostiene Maria Pia Garavaglia, presidente della Fondazione Roche, intervenuta al convegno "Gestione del paziente cronico nell’era della digitalizzazione", oggi a Roma su iniziativa di Fondazione Roche. "Nelle malattie croniche - ha spiegato Garavaglia - la digitalizzazione è un tema di primo piano quando si ragiona in termini di programmazione degli interventi sociosanitari. In questi mesi, in occasione dei 40 anni nel nostro Servizio sanitario nazionale, Fondazione Roche si è posta l’obiettivo di sostenere un dibattito sui valori sui quali si fonda: equità, uguaglianza e universalismo - ha aggiunto - In particolare, il suo carattere universalistico può essere messo a dura prova dal divario tra risorse disponibili e bisogni dei cittadini e per rispondere a questi bisogni, garantendo la sostenibilità economica del sistema, le soluzioni digitali rappresentano una leva fondamentale per trovare nuovi equilibri". L’innovazione digitale, ha spiegato Paolo Locatelli, responsabile scientifico dell’Osservatorio innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano, "rappresenta l’elemento utile a colmare il divario tra bisogni e risorse". Secondo l’esperto, la digitalizzazione si deve declinare nei processi di rinnovamento organizzativo e tecnologico, ma anche di 'formazione' del paziente-cittadino e di sviluppo delle competenze degli operatori sanitari. Cartella clinica, telemedicina, app, dispositivi indossabili, intelligenza artificiale, analisi dei big data e quant’altro possono, quindi, contribuire a favorire la sostenibilità economica di lungo periodo del Ssn e un adeguato livello di qualità delle cure. In generale "emerge - sottolinea Locatelli - una crescente consapevolezza che le soluzioni digitali possano giocare un ruolo fondamentale nel supportare la transizione verso nuovi modelli di cura. La diffusione di tali soluzioni, tuttavia, stenta oggi a realizzarsi perché manca un'orchestrazione coerente della transizione al digitale e perché oneri, rischi e benefici attesi dall’introduzione di nuovi strumenti e modalità di lavoro non sono percepiti come ripartiti equamente fra gli attori del sistema".