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Smog: Legambiente, la salute dei veneti è in reale pericolo

AdnKronos

Padova, 21 feb. (AdnKronos) - Mezzo Veneto bloccato dall'emergenza smog: a seguito del superamento di quattro giorni consecutivi del valore limite giornaliero di 50 µg/m3, è stato attivato da martedì il semaforo arancione negli agglomerati di Padova, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza e a Rovigo. Semaforo arancione anche nei comuni sopra i 30mila abitanti di Castefranco veneto (Tv) e di Chioggia (Ve), con l'adesione volontaria di Bovolone (Vr), Este (Pd), Legnago (Vr), Monselice (Pd), Piove di Sacco (Pd), Tribano (Pd). Dall'inizio dell'anno gli sforamenti del valore giornaliero di legge del Pm10 si contano a decine nelle città venete (dati Arpav) andando a definire una impietosa classifica che vede emergere come peggiore Rovigo (33), a cui mancano solo due giorni per arrivare già a febbraio al limite annuale dei 35 sforamenti. Seguono poi Treviso (30), Padova (29), Verona (29), Vicenza (29) e Venezia (28). Inoltre è importante sottolineare come a Venezia, Padova e Rovigo si arrivi a valori di concentrazione giornaliera di inquinanti in atmosfera che sono oltre il doppio di quelli definiti dalla legge. Questa cronica situazione dimostra chiaramente che la salute dei cittadini del veneto è in reale pericolo e non può essere sottovalutata oltre. “I dati mostrano ancora una volta quanto sia cronica ed ubiquitaria l'emergenza smog in Veneto – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – rendendo evidente che non bastano più le ordinanze a macchia di leopardo dei singoli Comuni se la Regione non si impegna ad intervenire con coraggio e responsabilità di coordinamento, a partire dall'obbligo di adesione all'Accordo di bacino padano per tutti i Comuni del Veneto. Spetta ai Sindaci intervenire e porre in essere ogni atto necessario a tutelare la salute dei cittadini, ma programmazione e prevenzione sono competenze che la Regione ha e che dovrebbe iniziare a mettere in campo, rinunciando ai soliti e facili scaricabarile”.